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“Vladimir Putin è un germofobo, a tavola non beve neanche un sorso d’acqua. Porta le lenti a contatto ma non vuole che si sappia”: le rivelazioni dell’ex consigliera di Obama e Trump

Parla Fiona Hill, l’esperta di cose del Cremlino che ha lavorato per tre amministrazioni Usa, quelle di George W. Bush, di Barack Obama e di Donald Trump. Ha scritto un libro,  “There is nothing for you here”, e ha messo in piazza tutte le fissazioni di Putin

Che Vladimir Putin vivesse ossessionato dalla sua sicurezza l’avevamo sospettato sin dall’inizio di febbraio, quando aveva ricevuto il presidente francese Macron e i due si erano parlati dai lati di un tavolo lungo sei metri. “È un germofobo”, conferma ora Fiona Hill, l’esperta di cose del Cremlino che ha lavorato per tre amministrazioni Usa, quelle di George W. Bush, di Barack Obama e di Donald Trump. Ha scritto un libro, “There is nothing for you here”, e ha messo in piazza tutte le fissazioni di Putin. Sul calendario 2016 e 2018 Putin compare mentre a petto nudo cavalca selvaggiamente, in un corso d’acqua, il pericoloso orso bruno simbolo della Russia. Sempre a petto nudo è ritratto in una zona dalla vegetazione selvatica con il fucile in mano. Sono immagini virali. Il calendario è andato a ruba su eBay e Amazon. Il presidente mostra di sé l’immagine del macho. L’uomo che affronta ogni situazione estrema. Ma non è così. Nella realtà, Putin non sarebbe tanto forte e imperturbabile come un leggendario eroe della steppa o il Superman in versione russa che vediamo sui calendari. Il condottiero che nel maggio del 2018 si mette alla guida di un camion e guida la colonna di Tir che inaugura il Ponte di Crimea, con tanto di comunicato ufficiale che assicura: “Il presidente ha la patente C”.

Putin è super attento a ogni dettaglio. Il momento più delicato è ovviamente quando si siede a tavola (e purtroppo lo è stato anche per i suoi oppositori): quando Fiona si è trovata a partecipare a un pranzo insieme a lui, ha notato che non beve nemmeno un sorso d’acqua. E commenta: “Alcuni dei suoi avversari sono stati avvelenati sciogliendo il polonio nel tè”. E’ stato il caso di Alexander Litvinenko nel 2006. L’ex spia russa venne avvelenata dopo essersi intrattenuta con due agenti del Kgb. La Corte Europea stabilì che la responsabilità di quella morte fu proprio della Russia. Altro dettaglio: “In quell’occasione ho notato come avesse davanti un foglio di carta con appunti stampati in caratteri esageratamente grandi”. E la Hill rivela: Putin porta le lenti a contatto ma non vuole che si sappia. Perché? “Probabilmente teme di trasmettere una sensazione di debolezza all’opinione pubblica”.

E’ stata sempre la Hill a scatenare, già nelle settimane scorse, una ridda di indiscrezioni sulle reali condizioni di salute del presidente russo. Ora conferma, nel libro, i suoi sospetti. Racconta: “Non ha un bell’aspetto, ha la faccia piuttosto gonfia”. Gli analisti e i medici, sempre negli ultimi tempi, si sono sbizzarriti a individuare varie forme di patologia di cui Putin potrebbe soffrire. Però una sola ha avuto conferma: lui stesso ha ammesso di avere dei problemi alla schiena. Potrebbe non essere una sorpresa, in un uomo che ha ormai quasi settant’anni (li compirà a ottobre): potrebbe assumere del cortisone, che porta con sé questo effetto.

“Magari – insiste la Hill – sta assumendo alte dosi di steroidi o potrebbe esserci qualche altro problema”. Ma non è escluso anche un riflesso psicologico: “Potrebbe avere la sensazione che il tempo stia finendo: sono 22 anni che è al comando”. Per questo sarebbe così tenacemente avvinghiato al suo ruolo. Non se ne andrà per libera scelta o magari perché perderà le elezioni: “L’unico altro leader russo durato più a lungo di Putin è Stalin, e Stalin è morto in carica”. Poi ci si è messo anche il Covid. La paura del contagio ha ulteriormente ridotto le persone ammesse nella cerchia degli stretti collaboratori. La Hill spiega ancora: “Sono proprio le persone dalle quali dovrebbe guardarsi se le cose si mettessero male”. Sono i capi dei servizi segreti, militari e di sicurezza russi.

Una cerchia, racconta ancora la consulente dei presidenti Usa, che delle sanzioni se ne fa un baffo. Non sono oligarchi, abituati a vivere nel benessere dei Paesi occidentali: “Non hanno yacht al largo di Monaco o palazzi a Parigi”. Prima dell’invasione dell’Ucraina, la Hill aveva fatto l’elenco a Repubblica: “È isolato, ha pochissimi contatti. La cerchia ormai è ristretta a personaggi come Naryshkin, Bortnikov, Bastrykin, Patrushev, Shoigu, duri convinti che la Russia dovrebbe tagliare i ponti con l’Occidente e diventare autarchica”. Per loro la Russia è la fortezza. Da difendere costi quel che costi.