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Guerra Russia-Ucraina, la palestra di Kiev diventa centro di smistamento aiuti: “Siamo 350, anche il presidente ci ha ringraziato”

Alla Al’bion Fitness, alla periferia ovest della capitale, c'è chi cucina, chi carica e scarica merci destinate alla popolazione e ai militari, mentre gli anziani arrivano a chiedere qualche razione di cibo, tra bilancieri e tapis roulant

Yura gestiva una palestra, Sergeij con la moglie portava avanti un salone di bellezza e barbieria, altri un ristorante e così via. Le bombe su Kiev hanno cambiato la vita di tutti loro e nel giro di pochi giorni dall’attacco russo si sono reinventati. Con il Paese e la capitale in guerra, Yura Prostetskii, uno dei leader del gruppo di supporto Volunteers Elohim (il Dio d’Israele, dal Vecchio Testamento) ha deciso che qualcosa andava fatto per aiutare la popolazione in difficoltà: la guerra si combatte in prima linea, ma anche in fase di supporto.

E così la sua palestra, Al’bion Fitness, alla periferia ovest di Kiev è diventata un centro di smistamento per tonnellate di merce da donare in forma gratuita alla gente del quartiere, ma non solo: “La portiamo a chi non riesce a venire da noi, ai militari in servizio a protezione della città, negli ospedali, insomma chiunque ne faccia richiesta. Non immaginavo che la Russia avrebbe attaccato – spiega Yura -, ma quando è successo ho avuto un momento di choc, poi ho riordinato le idee e assieme a un amico abbiamo attivato tutto questo”.

Cinque punti di distribuzione sparsi per la capitale, tutti con lo stesso obiettivo: aiutare chi ha bisogno con beni di supporto, cibo (nel magazzino roba di prima scelta, italiana delle marche più in voga), prodotti per l’igiene, per la casa, vestiti. Elohim gestisce una rete di circa 350 volontari che tutto il giorno si occupano della raccolta, dello stoccaggio e delle consegne del materiale e di tutte le faccende necessarie. Nel quartier generale di Vatslava Havela bulvard c’è un logista, uno psicoterapeuta, un massaggiatore all’occorrenza considerati i pesi trasportati ogni giorno dai volontari per caricare e scaricare. E poi una cuoca straordinaria a disposizione della truppa che in pochi metri quadrati prepara, tra gli altri, deliziosi Golubtsy, involtini di cavolo stufati con maiale e riso. Tutti decisi a dare una mano con l’obiettivo di crescere: “Presto, questione di giorni, diventeremo un’organizzazione ufficiale – aggiunge il proprietario della palestra – E allora potremo fare molto di più. Il presidente stesso ci ha fatto arrivare il suo apprezzamento”.

La mattinata è frenetica, furgoni che arrivano e vanno scaricati, la merce divisa per settore e stivata bene, anche in mezzo a bilancieri e tapis roulant. Intanto ogni richiesta giunta in sede va preparata a seconda delle necessità e altri mezzi sono in partenza per il delivery. Nel frattempo arrivano tre arzille babus’, delle nonne assolutamente in grado di fare la spesa e tornare nei loro appartamenti a un isolato di distanza: “Se non ci foste voi giovani a darci una mano – gli occhi di una delle vecchiette, 85 anni, si stringono in un fessura per la commozione – Ero bambina, ma non dimentico l’orrore della Seconda Guerra Mondiale, soprattutto in Ucraina. Rivivere quei momenti è terrificante, non so se riuscirò a resistere stavolta se la Russia non se ne va”.

C’è da controllare come stanno andando le cose in un altro centro di smistamento di Elohim che però si trova dall’altra parte della città, sulla sponda destra del gigantesco fiume Dnepr che divide in due Kiev. Durante il lungo trasferimento, nel caos dei check-point, Yura Prostetskii dice la sua sulla guerra e sull’anima della sua organizzazione: “In Ucraina non esistono più destra e sinistra, nazionalisti e progressisti, europeisti e russofoni. Putin ha unito tutti. Noi non guardiamo quale partito vota chi entra nella nostra organizzazione, per noi conta l’aiuto che può darci. La mia opinione, sentite alcune persone che conosco all’interno del sistema di difesa, è che il conflitto durerà almeno fino a giugno, ma si concluderà entro l’anno. Ricostruire il Paese poi non sarà facile”.