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Zerocalcare: “Il dilemma su quello che accade in Ucraina. E chi se lo pone è superficiale o un pezzo di merda. Ecco cosa penso io…”

Dieci anni di carriera e una lunga intervista rilasciata a Sette del Corriere della Sera, con una cover disegnata da lui che rappresenta "il dilemma. In Ucraina è in corso un’aggressione e i civili stanno attraversando qualcosa che dovremmo cercare di far finire il prima possibile. Ma come? C’è chi dice che bisogna dare armi agli ucraini, e chi dice che dare armi è sbagliato perché non bisogna alimentare il conflitto. In entrambe le posizioni riconosco qualcosa di eticamente valido. Ma bisogna pensare alle conseguenze, che sarebbero in ogni caso pesantissime..."

Zerocalcare, Michele Rech. Dieci anni di carriera e una lunga intervista su Sette de Il Corriere della Sera. Dieci anni, la domanda è “l’effetto che fa”: “Assurdo. Ogni tanto incontro pischelli che mi dicono cose come “sono cresciuto con le tue storie”, oppure “ti ho riscoperto con la serie, quando ero piccolo ti leggeva mia mamma”. E io penso: ma com’è possibile che tu abbia cambiato il tuo status da “piccolo” ad “adulto” da quando io faccio fumetti leggibili anche da chi non frequenta i centri sociali? Perché in realtà è da 25 anni che faccio cose…“. Cambiamenti nel modo di lavorare certo ce ne sono stati: “Rispetto a prima, sono una macchina! Sono più veloce e più sicuro di me. Ma tutto ciò che faccio viene dato direttamente in pasto al pubblico e questo è avvenuto a discapito della ricerca artistica: non ho avuto il tempo di sperimentare, non ho mai potuto dire “sto sei mesi chiuso in casa a disegnare, vediamo come va”. Questo è il mio rimpianto”. La cover di Sette l’ha disegnata lui e il significato è da condividere: “Il dilemma. In Ucraina è in corso un’aggressione e i civili stanno attraversando qualcosa che dovremmo cercare di far finire il prima possibile. Ma come? C’è chi dice che bisogna dare armi agli ucraini, e chi dice che dare armi è sbagliato perché non bisogna alimentare il conflitto. In entrambe le posizioni riconosco qualcosa di eticamente valido. Ma bisogna pensare alle conseguenze, che sarebbero in ogni caso pesantissime. Sta lì, il dilemma. E chi non se lo pone è superficiale oppure è un pezzo di merda. Su questo tema, ho più bisogno di ascoltare che di essere quello che si pronuncia”. E ancora: “Tanti mi chiedono: “Perché non dici o non disegni la tua sull’Ucraina?”. Ma io ho difficoltà a dare risposte tranchant e diffido di chi lo fa. Il fatto stesso che io mi debba barcamenare in questa cosa dà l’idea di quanto ci informiamo male. C’è chi crede di potersi fare un’opinione seguendo un influencer! Oppure chiedendo a me! Ma io non ho gli strumenti per fare un’analisi geopolitica, posso solo ripetere quello che ho letto. Ma ci si dovrebbe informare con la complessità, non con la semplificazione“. Pacifista o buonista? “… Non sono pacifista. Mi schiero contro alcune guerre, ma non sono per la non-violenza a tutti i costi. Ci sono anche le guerre di liberazione, no? I curdi stessi sono in guerra. Quanto al buonismo… Non ci trovo nulla di bello nel dirsi cattivo, ma non cerco di essere buono a tutti i costi”.