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Gabrielli a La7 su aiuti russi Covid in Italia nel 2020: “Sospetti sui militari? Atteggiamento poco serio. Amplificare alcuni eventi non fa bene”

“Lo scherma di intervento seguito da alcuni Paesi si supporta anche su strutture militari. Io personalmente ricordo di aver fatto un’esercitazione a Viareggio nel 2010 con la partecipazione di una struttura ospedaliera russa e c’era una componente militare. Io credo che, anche da parte nostra, un’amplificazione di alcune situazioni non faccia bene al Paese, perché in qualche modo inocula sospetti su quelle che potevano essere chissà quali trame all’epoca, e poi nella sostanza delle cose non produce nessun favorevole effetto”. Così a “Dimartedì” (La7) Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, ridimensiona le polemiche sulla corposa presenza di militari russi in occasione degli aiuti arrivati da Mosca in Italia nel marzo 2020 durante la prima ondata pandemica e sulla sospetta attività di spionaggio del Cremlino nel nostro Paese.

Gabrielli commenta anche gli avvertimenti di Alexei Vladimorovic Paramonov, ex console russo a Milano e attuale direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, che ha accusato l’Italia di aver dimenticato gli aiuti ricevuti da Mosca: “La solidarietà è un’altra vittima collaterale della guerra. Credo che recriminare sulla solidarietà sia non solo una caduta di stile, ma anche un atteggiamento veramente poco serio. Ricordo che il nostro Paese nei confronti della Russia è intervenuto coi canadair per spegnere incendi, è intervenuto addirittura nella strage della scuola di Beslan nel 2004. E devo dire che i russi in qualche modo hanno risposto per il terremoto a L’Aquila nel 2009 e poi nel 2016”.