Giustizia & Impunità

Incidente lago di Garda, condannati i due manager tedeschi che travolsero e uccisero con un motoscafo una coppia di italiani

Il tribunale di Brescia ha ritenuto responsabili Patrick Kassen e Cristian Teismann. Per i due sono stati disposti rispettivamente 4 anni e 6 mesi e 2 anni e 6 mesi di carcere. La pena più severa ha colpito Kassen, dato che per sua stessa ammissione era lui alla guida dell'imbarcazione che ha travolto quella dei due italiani

Sono stati entrambi condannati per l’incidente in barca sul lago di Garda nel quale persero la vita due giovani italiani, Umberto Garzarella, 37 anni, e Greta Nedrotti, 24. Il tribunale di Brescia ha infatti ritenuto responsabili Patrick Kassen e Cristian Teismann, i due cittadini tedeschi che il 19 giugno 2021 erano a bordo del motoscafo Riva che travolse l’imbarcazione della coppia. Per i due sono stati disposti rispettivamente 4 anni e 6 mesi e 2 anni e 6 mesi di carcere.

La pena più severa ha colpito Kassen, dato che per sua stessa ammissione era lui alla guida dell’imbarcazione che ha travolto quella dei due italiani. Una decisione, quella dei giudici, che comunque rivede al ribasso le richieste dell’accusa, con i pm che avevano chiesto 6 anni e mezzo per Kassen e a 4 anni e 2 mesi per Teismann con l’accusa di omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso.

È datata 15 gennaio 2022 la prima apparizione di uno dei due, Teismann, nell’aula di tribunale. Il manager è proprietario del motoscafo, ma ha sempre dichiarato che in occasione dell’incidente stava dormendo. Al timone c’era Kassen che dopo l’impatto non si era fermato sostenendo di non essersi accorto che il mezzo fosse letteralmente planato sopra un gozzo fermo con le luci regolarmente accese. “Credevamo si trattasse di un ramo o di una boa”, aveva detto.

Secondo l’accusa, quella sera avevano bevuto molto più del lecito. Ed è per questo che non hanno visto il natante con i due italiani a bordo. In realtà Teismann si era rifiutato di sottoporsi all’alcol test il giorno successivo, quando l’imbarcazione responsabile dell’incidente nautico era stata identificata. Il compagno, invece, ha superato i limiti consentiti.