Politica

Covid, la polemica leghista sul green pass nei ristoranti fino a maggio: Garavaglia chiede “500 milioni” di ristori per i ponti di aprile

Il ministro del Turismo ha sottolineato le presunte "incoerenze" del provvedimento nel prevedere l'obbligo di green pass nei ristoranti al chiuso fino al 1° maggio, mentre all'aperto cesserà già il 1° aprile. La replica del ministro della Salute: "Un Paese sicuro dal punto di vista sanitario cresce di più e meglio". Mentre il premier Mario Draghi si è detto "incuriosito" dal calcolo fatto per giustificare il mezzo miliardo di danni

Il pacchetto di misure per l’uscita dalle restrizioni Covid non convince la Lega: secondo quanto si apprende, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha sottolineato le presunte “incoerenze” del provvedimento nel prevedere l’obbligo di green pass nei ristoranti al chiuso fino al 1° maggio, mentre all’aperto – e negli alberghi – l’obbligo cesserà già il 1° aprile. Garavaglia ha quindi chiesto di uniformare le date, sottolineando la necessità rispondere a una categoria messa in ginocchio dal Covid, e più in generale di anticipare la fine del green pass rafforzato al 15 aprile. Ma la richiesta non è stata recepita perchè la bozza di decreto-legge aveva già ottenuto l’ok delle Regioni. “Ho chiesto ufficialmente 500 milioni al ministero della Salute per i danni recati in aprile” per “i due ponti rovinati, quello di Pasqua e quello del 25 aprile”, si è sfogato Garavaglia con l’Ansa al termine del Consiglio dei ministri.

Gli ha risposto, indirettamente, in conferenza stampa il ministro della Salute Roberto Speranza: “È inopportuno mettere in contraddizione la ripartenza economica con la sicurezza sanitaria”, ha detto. “La storia recente dell’Italia ha dimostrato che un Paese sicuro dal punto di vista sanitario cresce di più e meglio. Senza un servizio sanitario così forte noi non saremo cresciuti del 6,5%, senza le misure come il Green pass e l’obbligo vaccinale non avremmo avuto quei dati di sviluppo. La mia opinione è che non solo non ci sia contrasto tra la sicurezza sanitaria e la ripartenza del Paese, ma che l’una sia la premessa dell’altra”. E il premier Mario Draghi si è detto “incuriosito” dal calcolo fatto da Garavaglia per giustificare i 500 milioni di danni, precisando però che il governo è pronto a dare le risposte necessarie.