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Spagna, i popolari portano la destra di Vox per la prima volta al governo: accordo in Castiglia e Leòn. “Spalanca le porte ad altre intese”

Il movimento di Abascal entra nella giunta della Comunità autonoma più estesa del Paese. E già si vedono i primi effetti sulle politiche: la violenza sulle donne diventa "intrafamiliare" per proteggere "tutte le vittime". Cristina Monge, politologa dell’Università di Zaragoza: “Questo manda all’aria il profilo moderato del nuovo leader del Pp”, il governatore della Galizia Feijòo. Critiche perfino da Tusk, presidente Ppe: "Spero sia solo un incidente"

Dopo quasi tre anni dalla sua irruzione nel Parlamento nazionale, Vox, il partito di estrema destra spagnolo, è arrivato al governo nella Comunità autonoma più estesa del Paese. Il presidente in carica in Castiglia e León, Alfonso Fernández Mañueco, del Partito Popolare, ha ceduto alle richieste di Vox, che pretendeva di entrare nel governo, dopo le elezioni anticipate del 13 febbraio. La decisione del PP di andare alle urne per poter finalmente governare in solitario si è rivelata un fallimento. Ben lontani dal raggiungere la maggioranza assoluta, i popolari hanno virato verso un cambio di soci per evitare nuove elezioni: dopo Ciudadanos hanno dovuto trattare con l’estrema destra. L’accordo prevede che a Vox spetti la presidenza del parlamento regionale, la vicepresidenza della Giunta (l’organo di governo della comunità) che andrà al suo leader locale Juan García Gallardo, e tre assessori.

Il patto è arrivato giovedì, poco prima dell’inizio dell’atto costitutivo del nuovo parlamento regionale. Fino a mercoledì sera gli annunci dei principali candidati lasciavano pensare che l’accordo fosse lontano dal concretizzarsi. “Concepisco la democrazia dal dialogo, non dall’imposizione. Ho offerto a Vox un accordo di governo che beneficia le persone di Castiglia e León. Partendo dalla nostra posizione iniziale, abbiamo ceduto per promuovere il consenso, mentre Vox non si è mosso per niente”, scriveva Mañueco su Twitter. Lo scenario è cambiato in poche ore e giovedì mattina Mañueco ha annunciato su Twitter ciò che si sarebbe verificato poche ore dopo: la stretta di mano con l’estrema destra. “Siamo arrivati a un accordo di legislatura con Vox basato su un programma al servizio delle persone di Castiglia e León, che permetta un governo stabile e solido, nel pieno rispetto dell’ordine costituzionale e dello Statuto di Castiglia e León”.

Il contenuto dell’accordo si conoscerà nei prossimi giorni, ma sono stati anticipati alcuni punti che includono diverse richieste avanzate da Vox. La prima riguarda la norma sulla violenza di genere, che più volte l’estrema destra chiedeva venisse abrogata. Il nuovo patto si impegna ad approvare una legge che combatta la “violenza intrafamiliare” e che protegga “tutte” le vittime, senza citare esplicitamente la violenza sulle donne.

Il patto include anche la garanzia di “un’immigrazione ordinata che, con l’integrazione culturale, economica e sociale, contribuisca al futuro di Castiglia e León”. Questa formula soddisfa le richieste di Vox in tema di politica migratoria, da sempre in prima linea nel combattere l’immigrazione illegale. In ambito economico, per sostenere lo sviluppo delle zone rurali, i partiti hanno annunciato la volontà di proteggere la produzione locale “contro la concorrenza sleale dei prodotti extracomunitari, che non rispettano i requisiti imposti ai produttori locali”.

Cristina Monge, politologa dell’Università di Zaragoza, considera che questo accordo aprirà “indiscutibilmente” le porte a nuovi patti tra il PP e l’estrema destra. Anche se si tratta del primo governo con Vox, Monge ricorda che questo partito sostiene dall’esterno altri governi dei popolari ed esercita la sua influenza. “Nel comune di Zaragoza, per esempio, governano PP y Ciudadanos con il sostegno di Vox. Per approvare l’ultima legge di bilancio della città una delle condizioni dell’estrema destra è stata ridurre le risorse dedicate alla cooperazione allo sviluppo”, spiega la politologa.

L’accordo di governo è stato raggiunto in piena transizione del Partito Popolare – dopo la l’uscita di scena di Pablo Casado – e che vedrà il prossimo 2 aprile la possibile elezione del nuovo presidente e unico candidato, il governatore gallego Alberto Núñez Feijóo, da sempre considerato l’anima moderata del partito. Feijóo ha giustificato questo patto sostenendo che Mañueco ha evitato il rischio di nuove elezioni. Inoltre, ha criticato il Partito Socialista per non aver voluto sedersi a negoziare e permettere alla lista più votata, il PP, di governare. Monge sostiene che la scelta di giustificare questo accordo – raggiunto in un momento in cui Feijóo non è ancora stato eletto formalmente – è rischiosa perché “manda all’aria il profilo moderato del nuovo leader”.

Le critiche più dure sono arrivate dal presidente del Partito Popolare Europeo, Donald Tusk, che ha definito l’accordo tra PP e Vox una “capitolazione” e una “triste sorpresa”. “Spero che si tratti di un incidente e non di una tendenza”, ha affermato l’ex presidente del Consiglio Europeo, che ha citato Casado definendolo una “garanzia per assicurare che il PP si mantenesse nel centrodestra ed evitasse questo tipo di corteggiamenti alle forze radicali, ai movimenti di estrema destra come Vox”. Anche il presidente del governo, Pedro Sánchez, ha criticato l’accordo. “É una pessima notizia per la democrazia spagnola e per lo stesso PP. In termini politici pagheranno cara questa decisione che hanno preso oggi, perché ci saranno molte persone, anche i votanti del PP, che non capiranno perché il loro partito ha aperto le porte per la prima volta nella storia del nostro paese a un governo di estrema destra”.

Nell’immagine alto: il presidente della Castiglia e Leòn Alfonso Fernández Mañueco col re di Spagna Felipe VI (foto d’archivio)