Cronaca

Da inizio pandemia l’eccesso di mortalità pari a 178mila casi. “Covid responsabile per il 90% nelle schede decessi”

Il settimo rapporto congiunto Istituto nazionale di statistica (Istat) e Istituto Superiore di Sanità (Iss) sull'impatto dell’epidemia sulla mortalità totale indica anche come gran parte dell’eccesso del 2021 sia stato osservato nel primo quadrimestre quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa

Dall’inizio della pandemia di Covid 19 (marzo 2020) a gennaio 2022 l’eccesso di mortalità totale, rispetto alla media 2015-2019, è stato di 178mila decessi e la malattia innescata dal coronavirus Sars Cov 2 è indicata nelle schede decessi con responsabile per il 90% dei casi. Il settimo rapporto congiunto Istituto nazionale di statistica (Istat) e Istituto Superiore di Sanità (Iss) sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale indica anche come gran parte dell’eccesso del 2021 sia stato osservato nel primo quadrimestre quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa. L’eccesso di mortalità, cioè la differenza tra morti complessive per qualsiasi causa dall’inizio della pandemia ed il trend atteso di decessi basato sul trend storico atteso (media periodo 2015-2019) è un indicatore che permette di misurare l’impatto sia diretto che indiretto della pandemia fornendo una misura più oggettiva delle sole morti direttamente associate al Covid-19. Ufficialmente i morti per Covid in Italia sono poco più di 155mila.

Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). Nel 2021 il totale dei decessi per il complesso delle cause è in calo rispetto all’anno precedente, anche se rimane su livelli molto alti: 709.035 decessi, 37mila in meno rispetto al 2020 (-5,0%), ma 63 mila in più rispetto alla media 2015-2019 (+9,8%). Gran parte dell’eccesso del 2021 è stato osservato nel primo quadrimestre quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa. Nei giorni scorsi proprio l’Iss ricordava come il tasso di mortalità dei non vaccinati era per il 33% più alto rispetto a chi ha ricevuto l’immunizzazione.

Rispetto al 2020, nel 2021 si registra un incremento dell’eccesso di mortalità nelle regioni del Centro (+1,0%) e del Mezzogiorno (+4,8%). Il calo del numero complessivo di decessi del 2021 rispetto al 2020 è dovuto soprattutto alla diminuzione dei decessi riscontrata al Nord (-13,2%), che è stata la ripartizione più colpita nella prima ondata della pandemia nel 2020. Analizzando i rapporti fra i tassi standardizzati di mortalità CoviD-19 nel 2021 e quelli del 2020, si osserva che il gradiente Nord-Sud si è capovolto a sfavore del Centro-Sud; questa inversione del gradiente si rispecchia nei tassi di mortalità per il complesso delle cause. Il 72% dell’eccesso mortalità complessivo del 2021, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è stato registrato tra over 80. In totale sono decedute 455.170 persone di 80 anni e oltre, vale a dire 46mila in più rispetto alla media del quinquennio 2015-19. L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un ulteriore 21% dell’eccesso di decessi. In termini assoluti l’incremento per questa classe di età, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è di oltre 13mila decessi (per un totale di 177.937 morti nel 2021). Malgrado si confermi che anche nel 2021 le persone di 65 anni e oltre siano quelle maggiormente colpite in termini di eccesso di mortalità, nel 2021 si osserva un grosso calo dei decessi in questa fascia di età: 37 mila in meno rispetto al 2020.

Il 42% dei casi Covid-19 da inizio pandemia sono stati diagnosticati nel gennaio di quest’anno per la predominanza della variante Omicron: 4,5 milioni sui 10.953.342 di casi confermati e segnalati al 9 febbraio al Sistema di Sorveglianza Integrato. Per quanto riguarda i decessi, segnalate 145.334 morti associate alla diagnosi di infezione e avvenuti entro il 31 gennaio scorso. Il 53% dei decessi è avvenuto nel 2020, il 41% nel 2021 (59.136 decessi di cui circa 8.000 sono riferiti a diagnosi del 2020) e il 5,8% a gennaio 2022. Il confronto tra ondate epidemiche di Covid-19 in termini di eccesso di mortalità, riferisce il rapporto Iss-Istat, “evidenzia che nell’ondata in corso l’impatto sulla mortalità è più contenuto rispetto alle ondate precedenti. Nonostante la diffusione di nuove varianti più trasmissibili, durante il periodo 1 ottobre 2021 – 31 gennaio 2022 si registrano circa 250 mila decessi, 40 mila in meno rispetto a 12 mesi prima, con un calo di oltre il 13%”.

Nel 90% delle schede, Covid-19 è stata riportata come causa direttamente responsabile del decesso. In un campione di 6.530 schede di morte relative a casi deceduti nel 2021 è stata valutata la presenza del Covid-19 come causa iniziale, le sue complicanze e la presenza di altre concause. Il Covid-19 è l’unica causa responsabile del decesso nel 23% dei casi, mentre nel 29% dei casi è presente una concausa oltre a Covid-19 e nel 48% si riscontra più di una causa. Nel 90% delle schede si riscontrano come complicanze condizioni tipicamente associate al virus, quali polmonite, insufficienza respiratoria, distress respiratorio acuto (ARDS) o altri sintomi respiratori. Con il progredire della campagna di vaccinazione, la mortalità è significativamente diminuita a partire dalla 20esima settimana del 2021: l’82% circa dei decessi nel 2021 è avvenuto nel primo quadrimestre. In particolare, sì è molto ridotta la mortalità Covid-19 correlata nella fascia di età 80 anni e più, per la quale, a fine 2021, è stata raggiunta una copertura vaccinale con il ciclo primario pari a circa il 95%. La campagna di vaccinazione, iniziata il 27 dicembre 2020, a partire da maggio 2021 ha raggiunto elevati livelli di copertura, soprattutto nelle fasce di età più avanzate (60+).