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Il marinaio ucraino che ha tentato di affondare lo yacht dell’oligarca russo a Maiorca è partito per Kiev: “Devo difendere il mio Paese”

Taras Ostapchuk, il direttore di macchina che lavorava sulla mega-barca di lusso del magnate russo del settore della Difesa Mijeev, è partito per Varsavia subito dopo essere stato rilasciato: "Non ho mai preso una pistola, ma se serve lo farò. La guerra? Mi spaventa di più vedere distruggere l'Ucraina da lontano". E racconta la scintilla che l'ha spinto ad andare contro il suo datore di lavoro: "La mia patria è stata attaccata dai missili prodotti da lui"

“Ho perso la prima battaglia, la prossima la vincerò”. A parlare, al giornale maiorchino Ultima Hora, è Taras Ostapchuk, 55 anni, il direttore di macchina che a Port Adriano, porticciolo a pochi chilometri da Palma di Maiorca, ha tentato di affondare lo yacht su cui lavorava e che appartiene a Alexander Mijeev, un magnate russo che produce armamenti per lo Stato. E dunque: la prima battaglia l’ha persa, dice Ostapchuk, e cioè non è riuscito ad affondare la mega-barca di lusso ed è stato pure arrestato. Ma la seconda battaglia, quella di difendere il proprio Paese dall’invasione russa, la comincia appena adesso. Subito dopo essere stato rilasciato, infatti, Ostapchuk ha preso un volo per Varsavia, in Polonia, con l’intenzione di prendere un treno o un autobus nella direzione opposta a quella di decine di migliaia di suoi connazionali.

“Per la mia patria farò ciò che serve” giura a un altro quotidiano di Maiorca, El Diario. “Certo che vado a combattere, è un mio dovere” dice ai giornali dell’isola. “Quando arriverò alla prima città dell’Ucraina – dice prima di partire a Ultima Hora – cercherò un comandante militare e chiederò se c’è bisogno di me. Mi sono detto: a cosa serve avere un lavoro se non ho un Paese? Sì, certo, avevo un buon lavoro come ufficiale di macchina sulla barca e un buon salario, però vado a combattere per il mio Paese. Ho perso il lavoro, ma questo non è un problema. Non perderò il mio Paese. Io non sono un eroe, sono un uomo anziano, ma ho molta esperienza in meccanica. Non ho mai preso un’arma, ma se necessario lo farò. Perché no?”.

Ma com’è nata la sua decisione di affondare il Lady Anastasia, lo yacht di lusso di Mijeev attraccato da 5 mesi nel porticciolo della principale isola delle Baleari? Ostapchuk – 54 anni, ufficiale di macchina del Lady Anastasia da 10 anni – è rimasto colpito dalle notizie che stava leggendo sul suo cellulare, l’escalation che ha portato le truppe di Mosca a marciare verso Kiev. Vede l’immagine di un missile russo che impatta contro alcune abitazioni della capitale ucraina e gli ricorda l’edificio in cui vive. “Dalla mia finestra – dice ancora al giornale Ultima Hora – vedo il Parlamento ucraino. Mi sono domandato cosa sarebbe rimasto del mio appartamento perché è situata in una posizione simile” a quella vista sul cellulare.

E’ a quel punto che il marinaio decide di vendicarsi del suo capo: apre diverse valvole per far imbarcare acqua allo yacht del magnate del settore Difesa, un’imbarcazione di 48 metri del valore di 7 milioni di euro. Ostapchuk avvisa il resto dell’equipaggio in modo che si mettessero in salvo, tre dei colleghi gli si rivoltano contro. Lui replica che anche loro sono ucraini e che la loro patria aveva subito un attacco con missili prodotti dal proprietario di quello yacht. Mijeev, 61 anni, ex capo della Russian Helicopter Corporation che nel 2016 ha rilevato la Rostec, colosso russo della Difesa. A Maiorca, racconta il suo ex marinaio, possiede anche due ville e un altro yacht. “L’ho fatto per sostenere il mio Paese – spiega al Diario de Mallorca – Ad ogni modo non avevo un buon rapporto con il mio capo, per niente”. C’erano state anche alcune divergenze, in altri momenti. “Tutta la mia famiglia è in Ucraina, per fortuna in un posto segreto”. La guerra non lo spaventa, dice. Almeno, non più che rimanere a Maiorca a vedere da lontano la distruzione della sua terra. “Per me non ho paura, dobbiamo vincere questa battaglia”.