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Vittorio Sgarbi su Michele Bravi: “È tutto femmina e cantava rivolgendosi a una donna”. Il cantante risponde: “Giudizio medievale”

Ospite di Serena Autieri nel progamma "Dedicato", il critico d'arte e parlmentare ha detto: "C’era quell’altro che cantava una canzone di Battisti, che si chiama Bravi, tutto femmina. E cantava rivolgendosi a una donna come se fosse un maschio. La conduttrice a sorpresa sorride senza intervenire in maniera chiara. Esemplare la risposta del cantante

L’effetto “Sanremo 2022” continua ad invadere i palinsesti di tutte le reti ma regala anche scene evitabili. Il parlamentare e critico d’arte Vittorio Sgarbi è stato ospite sabato pomeriggio a “Dedicato“, programma condotto da Serena Autieri in onda su Rai1, dove ha commentato la performance di Michele Bravi nella serata dedicata alle cover: “C’era quell’altro che cantava una canzone di Battisti, che si chiama Bravi, tutto femmina. E cantava rivolgendosi a una donna come se fosse un maschio. La canzone è fatta da Battisti per una donna e lui era un uomo e la declinava al maschile.”

La conduttrice a sorpresa sorride senza intervenire in maniera chiara: “L’ha diretto il maestro Campagnoli, non si può dire”, per poi aggiungere poco dopo “Adesso i cantanti hanno questo modo di vestirsi in modo stravagante”. Il discorso si sposta dunque sull’associazione tra fluidità di genere e moda, il video in poche ore è diventato virale sui social.

Lo scivolone di Sgarbi e la mancata presa di posizione della padrona di casa hanno favorito numerose segnalazioni a cui Bravi ha scelto di replicare con un post pubblicato sui social: “Non amo dare spazio o voce a persone che ignorano la bellezza della libertà d’espressione individuale, né tantomeno demonizzare una risata imbarazzata dovuta all’imprevisto di una diretta (la puntata di Dedicato era in realtà registrata, ndr). Non farò nomi e non vi invito ad andare a scavare. Colgo però lo spunto – aggiunge l’artista – visto che da ieri mi state mandando un video di una trasmissione dove si accusa la mia eccessiva femminilità, per dire che sono orgoglioso di dare voce ad un approccio non giudicante dell’individualità. Non smetterò mai di dire con la mia musica ‘siate completamente voi stessi'”.

Quindi la conclusione: “Questa non è una lotta che riguarda la comunità LGBTQI+ ma ha a che fare con la possibilità di tutti di raccontare al mondo i propri colori. È un segno di civiltà rispettare e accettare opinioni diverse dalla propria ma è un peccato lasciare che i giudizi medievali limitino la vostra creatività. Siate creativi sempre“.

Nella stessa punta Sgarbi aveva commentato anche gli altri protagonisti: “Drusilla Foer è il vero Achille Lauro. Incredibile che a Sanremo l’unica donna fosse un uomo. È un personaggio riuscito, è una versione più elegante e meno sciatta dal punto di vista dell’immagine di Platinette. Non ho capito tutta questa gente nuda. Quello che ha vinto, che mi pare sia eterosessuale, era vestito di pizzo, forse perché voleva dialogare con Saviano. (…) Questi due che cercano di baciarsi vanamente. Non capisco perché due che vanno a cantare devono stringersi, toccarsi, canta e basta”, ha concluso riferendosi ai vincitori Mahmood e Blanco.