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Shoah, consigliera comunale di Fdi non legge i nomi dei deportati: “Ero in ritardo, non capivo di cosa parlavano”. Segre: “Si commenta da sé”

Il fatto è accaduto a Massarosa, in Versilia, a poca distanza da Sant'Anna di Stazzema. Gli eletti avrebbero dovuto leggere, uno ciascuno, i dati di chi passò da un campo di concentramento della zona e finì ad Auschwitz. Quando è toccato all'esponente di Fratelli d'Italia lei ha risposto "Io passo". La sindaca: "Siamo rimasti sbalorditi". L'interessata si giustifica: "Quella cosa non era all'ordine del giorno, io sono contro le leggi razziali e non sono antisemita. Ma le vittime dovrebbero essere ricordate tutte, non solo queste"

Un nome ciascuno, un consigliere dopo l’altro, per ricordare i deportati nei campi di sterminio di Auschwitz. Era l’iniziativa organizzata nell’assemblea del municipio di Massarosa, in provincia di Lucca, paese della Versilia a poche decine di chilometri da Sant’Anna di Stazzema, dove i nazisti si resero protagonisti – con la complicità dei fascisti locali – di uno degli eccidi più efferati tra le centinaia che compirono durante la loro occupazione in Italia. Il nome, la data di nascita, il luogo e la data della morte: così i consiglieri hanno ricordato, in particolare, le vittime della deportazione. Ma a un certo punto il ricordo si è interrotto perché quando è arrivato il turno della consigliera Michela Dell’Innocenti, eletta nelle liste di Fratelli d’Italia, questa ha alzato lo sguardo dal cellulare e ha risposto “Io passo”, come se stesse partecipando a un gioco di ruolo. La ricostruzione è stata fatta dai gruppi di maggioranza di centrosinistra del Comune versiliese. La consigliera si è giustificata spiegando di essere “arrivata in ritardo” e di non aver capito “di cosa si stesse parlando”. Dopo le polemiche ha condannato “l’orrore delle leggi razziali” riducendo tutto comunque a “una polemica strumentale”. Per la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta del lager di Auschwitz e testimone della Shoah, è “un episodio che si commenta da solo”. “Forse la consigliera voleva dimostrare a chi sostiene che fascismo e antifascismo sono categorie del passato quanto si sbaglia” dice Segre alla versione online del Tirreno. Il fatto accade a pochi giorni da due aggressioni antisemite avvenute proprio in Toscana, a Campiglia Marittima (vicino a Piombino) e a Firenze, dove due ragazzi di 13 anni sono stati aggrediti perché ebrei.

Il consiglio comunale convocato per la Giornata della Memoria era partito da una proiezione in sala di un video della sezione Anpi di Massarosa che trattava delle leggi razziali fasciste e ripercorreva la vicenda del campo di concentramento provinciale di Bagni di Lucca. Da qui passarono 102 ebrei stranieri e italiani rastrellati nella Lucchesia, uno anche nella stessa Massarosa (si chiamava Angelo Samaia ed era di Pisa). Tutti finirono ad Auschwitz: tornarono solo in 6 “Al termine del video – raccontano i gruppi di maggioranza – come già concordato in conferenza dei capigruppo, ogni consigliere ed assessore a turno si è alzato e ha letto a voce sostenuta il nome di un deportato seguito da data e luogo di nascita e data e luogo di morte. Quando è arrivato il turno della consigliera Dell’Innocenti ha fatto sapere ‘io passo'”.

La sindaca di Massarosa, Simona Barsotti, spiega: “Avevamo stabilito con tutti i presenti in sala che ognuno di noi, dai consiglieri agli assessori, avrebbe letto nome e cognome, data di deportazione e data di morte di uno dei deportati nei campi di concentramento. Lei non ha neanche alzato gli occhi dal suo cellulare e ha detto ‘io passo’. Siamo rimasti senza parole, la cosa ci ha totalmente sbalorditi”. “Mi sono vergognata per lei, ancor prima che da sindaca, da cittadina e da persona” aggiunge la prima cittadina parlando all’agenzia LaPresse. “La sua indifferenza – aggiunge Barsotti – è destabilizzante. Quel nome, ovviamente, poi è stato comunque letto da un altro dei presenti. Una totale noncuranza che è stata un’offesa, per le persone deportate e anche per chi si è speso perché ognuno di noi ricordasse una persona. Vorremmo una spiegazione dalla consigliera Fdi. Se non era d’accordo poteva evitare di entrare in sala, come altri hanno fatto, e avrebbe fatto più bella figura”. “Cosa ha voluto rappresentare la consigliera di FdI non leggendo un nome di un deportato da Bagni di Lucca ad Auschwitz e lì ucciso? Vuole fingere con il suo silenzio che tutto questo non sia accaduto?” si chiede, parlando sempre a LaPresse, la presidente della sezione Anpi locale Gabriella Paolini. “Un nome, solo un nome… – riflette Paolini – Tutto questo è ancora più grave e vergognoso perché portato avanti all’interno delle istituzioni. Se il problema è pronunciare il nome di un ebreo assassinato dal nazifascismo, la cosa è davvero grave per lei e per tutti coloro che l’hanno votata. Moltissimi di quei lontani arresti che portarono alla morte gli arrestati avvennero su delazione di italiani per convinzione e per denaro o favori, chi lo faceva sapeva come sarebbe andata a finire. Ma un nome pronunciato ad alta voce per provare a rendere loro giustizia per alcuni è ancora troppo”.

Anche la Lega, con il commissario provinciale Riccardo Cavirani, condanna l’episodio: “Sono sconcertato da quanto accaduto in consiglio comunale a Massarosa. Mi auguro che gli amici di Fratelli d’Italia prendano le distanze da questo atteggiamento che condanno senza se e senza ma”.

La consigliera Dell’Innocenti, ad ogni modo, conferma la ricostruzione definendo l’iniziativa “quella cosa”: “Sono arrivata tardi – dice all’AdnKronos – Stavano già leggendo dei nomi, non era all’ordine del giorno quella cosa, ho semplicemente detto di andare oltre, perché non so di cosa stessero parlando”. “Va detto comunque – conclude – che siamo di fronte a una strumentalizzazione della sinistra, e poi loro si devono ricordare di tutte le vittime, non solo di queste, mi hanno pure bocciata una iniziativa sul milite ignoto“. L’esponente di Fdi a domanda risponde: “Certo che sono contro le leggi razziali, la mia non è una questione politica, semplicemente ho fatto un rilievo tecnico sui lavori del consiglio. Mi si può accusare di tante cose, ma sicuramente non sono antisemita”. “Avevo avvisato il presidente del consiglio comunale alla riunione dei capogruppo – spiega – che a causa di problemi personali sarei arrivata in ritardo al consiglio comunale. E di questo mi scuso, ma l’iniziativa non era stata in alcun modo programmata e concordata. Ho passato la parola solo perché ero appena arrivata e non avevo idea di cosa si stesse parlando: stanno montando una polemica che non esiste. Io non ho certamente alcun problema a condannare l’orrore delle leggi razziali e a celebrare la Giornata della Memoria. La sinistra invece continua a strumentalizzare questi eventi e a non voler avere un ricordo sereno e condiviso dei drammi del novecento. Veramente una vergogna”.