Giustizia & Impunità

Modena, chiuse le indagini su morte operaia Laila El Harim: proprietario e delegato alla sicurezza indagati per omicidio colposo

La 40enne il 3 agosto scorso è rimasta schiacciata da una fustellatrice, macchinario utilizzato per tagliare carta e cartone con precisione nell'azienda di Camposanto. Per i pm, gli accusati hanno violato diverse norme antinfortunistiche, omettendo di valutare il rischio di contatto con organi in movimento, mettendo a disposizione attrezzature non conformi e non formando adeguatamente la vittima alle operazioni che andava poi a svolgere

Indagini chiuse con l’accusa di omicidio colposo aggravato in concorso per il fondatore dell’azienda Bombonette e il suo delegato alla sicurezza. Sono queste le conclusioni alle quali sono arrivati i pm di Modena nell’inchiesta sulla morte Laila El Harim, operaia 40enne rimasta schiacciata da una fustellatrice, macchinario utilizzato per tagliare carta e cartone con precisione, nell’azienda di Camposanto, il 3 agosto scorso. I magistrati contestano agli indagati anche una serie di omissioni nella valutazione del rischio, nei requisiti di sicurezza e la mancata formazione dell’operaia.

Al fondatore e datore di lavoro, Fiano Setti, 86 anni, e al delegato alla sicurezza Jacopo Setti è contestata l’aggravante della violazione delle norme antinfortunistiche. Come soggetto giuridico è invece indagata l’azienda, cui vengono associati il risparmio economico e di tempi di lavorazione derivati dai reati contestati ai due indagati. A confermare la notizia della chiusura delle indagini è la società specializzata nel risarcimento danni Studio3A-Valore di Modena, cui si sono rivolti i parenti della vittima, originaria del Marocco ma in Italia da 20 anni con un compagno e una figlia di 5 anni.

Il pm sottolinea che i due indagati hanno omesso di valutare il rischio di contatto con organi in movimento durante l’uso delle macchine fustellatrici, tra cui anche quella che ha riguardato l’infortunio mortale, pur essendo questo rischio palese per mancanza di una protezione statica fissa. Inoltre, secondo chi indaga, hanno messo a disposizione dei lavoratori attrezzature non conformi ai requisiti di sicurezza, consentendo anche l’avviamento del macchinario pur in presenza di un operatore all’interno. Entrambi gli indagati, aggiungono, hanno anche omesso di inviare l’operaia, assunta nel giugno del 2021, alla visita medica preventiva per constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui era destinata.

Mancanze riguardano anche la formazione della stessa El Harim che, si legge, non è stata nemmeno avviata, entro 60 giorni dall’assunzione, alla formazione in materia di salute e sicurezza. Secondo la ricostruzione della Procura, la lavoratrice si è introdotta nella macchina fustellatrice per regolare i pareggiatori in gomma, operazione resa necessaria per il cambio del formato in lavorazione, rimanendo incastrata nella parte posteriore della macchina tra una barra di pinza e la barra fissa posteriore.