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Ucraina, telefonata tra Mario Draghi e Putin: “Impegno comune per risolvere la crisi”. Il presidente russo: “Garantiamo forniture gas”

Draghi ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi, con il premier che ha potuto visionare anche le richieste avanzate dal Cremlino a Nato e Stati Uniti. Mosca fa anche sapere che "sono stati discussi alcuni temi dell’agenda bilaterale, in relazione in primo luogo alle interazioni commerciali ed economiche e alla sfera dell’energia"

Anche Mario Draghi entra definitivamente nella partita diplomatica per scongiurare il deflagrare della crisi al confine tra Russia e Ucraina e allo stesso tempo interviene anche in un altra ‘guerra’, quella dei prezzi del gas. Il Presidente del Consiglio ha infatti avuto stamattina una conversazione telefonica con il presidente Vladimir Putin. Al centro dei colloqui gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali tra Italia e Russia. Sul primo punto Draghi ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che provocherebbe un inasprimento della crisi, con entrambe le parti che hanno concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole e l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia. Mentre sulla questione energetica, il capo dello Stato russo ha confermato l’intenzione di Mosca di “continuare a sostenere stabili forniture di gas all’Italia”.

Il servizio stampa del Cremlino ha rivelato che nel corso della conversazione “sono stati discussi alcuni temi dell’agenda bilaterale, in relazione in primo luogo alle interazioni commerciali ed economiche e alla sfera dell’energia”. Un punto, quest’ultimo, su cui la Russia interpreta la parte del re, come dimostrano anche gli ultimi dati: i prezzi del gas naturale in Europa sono crollati dopo il nuovo aumento delle spedizioni russe attraverso una rotta chiave che attraversa l’Ucraina, spiega Bloomberg. I futures sono crollati fino al 12% quando l’afflusso di materia prima in Slovacchia è tornato alla normalità. Questo anche grazie al clima mite che frena la domanda e i picchi di produzione eolica in Germania e Gran Bretagna che alleggeriscono la pressione degli impianti a gas. “Un aumento significativo dei flussi russi, un clima più mite e una buona generazione di vento stanno tutti spingendo i prezzi al ribasso”, ha affermato Gazprom Energy, un’unità del colosso del gas russo che fornisce le imprese del Regno Unito.

Nonostante ciò, i flussi russi che passano dalla Polonia verso la Germania rimangono sospesi anche a causa delle tensioni geopolitiche ancora elevate sul dossier ucraino. Nel frattempo, l’Unione europea ha consultato i suoi altri fornitori di gas, dagli Stati Uniti al Qatar fino all’Azerbaigian, per prepararli a una fornitura d’emergenza nel caso in cui la situazione dovesse deflagrare. Versione confermata anche dalla Commissione europea che afferma di avere in corso “da mesi” contatti con i suoi partner per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas naturale, per ridurre la dipendenza dalla Russia, primo fornitore dell’Ue con circa il 40% del totale. Palazzo Berlaymont, spiega il portavoce capo Eric Mamer, “riflette su tutte le opzioni che possano permettere di rafforzare l’approvvigionamento di gas naturale in Europa. Le riflessioni sono in corso su questo tema, che è una sfida centrale nella crisi attuale”.

Ma i due leader hanno poi affrontato la questione diplomatica dello scontro Nato-Russia sul fronte ucraino, con il presidente del Consiglio italiano che, sostengono, ha anche potuto visionare le richieste avanzate agli Usa e alla Nato in materia di garanzie di sicurezza da parte del Cremlino.