Cronaca

Addio a Matteo Scanni, coordinava il master di giornalismo della Cattolica: ha insegnato a centinaia di cronisti a dare sempre il massimo

Il giornalista si è spento a 51 anni. Per due decenni - sempre indaffarato tra nuovi progetti da lanciare, scrittura per il teatro, videoinchieste - ha formato centinaia di giornalisti all'interno del master biennale della Cattolica. Il saluto della Scuola di giornalismo: "Grazie per aver fatto diventare questa scuola un luogo di giornalismo vivo, presente, che continua nelle generazioni"

Poche righe asciutte, senza fronzoli, come era lui. È morto il giornalista e documentarista Matteo Scanni, 51 anni, coordinatore e direttore delle testate della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano, nonché fondatore del festival Dig, dedicato al giornalismo investigativo d’inchiesta. Malato da tempo, si è spento a Milano. I funerali si terranno nella chiesa di San Pietro in Sala, in piazza Riccardo Wagner, sabato 29 alle 11. Scanni era stato autore di numerosi reportage video, ad iniziare da ‘O Sistema, realizzato con Ruben H. Oliva, con cui vinse il Premio Ilaria Alpi nel 2006. Tra i suoi lavori anche Il paese del maiale sulle contraffazioni alimentari ed Euskal kronikak sui Paesi Baschi, entrambi trasmessi dalla Rai.

Per vent’anni – sempre indaffarato tra nuovi progetti da lanciare, scrittura per il teatro, inchieste – Scanni ha innanzitutto formato centinaia di giornalisti all’interno della Scuola di giornalismo della Cattolica. Carattere apparentemente ruvido e spigoloso, ha incoraggiato a ficcare il naso lì dove il mainstream stava alla larga, ad andare a fondo e a porre le domande giuste. Ripeteva spesso quando c’era da preparare un’intervista: “La seconda domanda ce l’avete? La prima mette ad agio, con l’altra, zac, lo distruggete”.

Voleva che si cercassero “le storie”, il perno del giornalismo. Ha insegnato a essere curiosi, rigorosi, indipendenti nel lavoro. A pretendere sempre il massimo da se stessi, a sperimentare e a rimanere aggiornati di fronte a un mestiere che nell’ultimo decennio è stato trasformato dalle nuove tecnologie. Inculcava la necessità di curare la qualità delle immagini e chiedeva attenzione nel montaggio delle videoinchieste, la sua passione, scegliendo la musica giusta, quella che dà il ritmo, come in Surplus: Terrorized into Being Consumers del documentarista italo-svedese Erik Gandini, conosciuto al grande pubblico per Videocracy.

“È con dolore e sconcerto che la Scuola di Giornalismo Università Cattolica apprende e comunica la scomparsa del suo direttore delle testate, il giornalista Matteo Scanni – si legge sulla pagina Facebook della Scuola – Il direttore accademico Marco Lombardi, tutti i colleghi del board, il personale docente e i tutor si stringono alla famiglia nel suo ricordo. Grazie Matteo, per avere fatto diventare questa scuola un luogo di giornalismo vivo, presente, che continua nelle generazioni. Non ti dimenticheremo mai”.

La giornalista Laura Silvia Battaglia, tutor senior e docente del master, lo ricorda così: “Quello che hai seminato non finisce qui. Sarai sempre fra noi, fra tutti noi, quando non ci sarà nessun altro a dirci ‘testa di cazzo, questo pezzo fa cagare’. Ti renderemo fiero, come eri, come volevi che fossimo”. Un grazie a Matteo anche dai tanti giornalisti de ilfattoquotidiano.it che hanno condiviso un pezzo di strada con lui, facendo tesoro dei suoi stimoli e dei suoi insegnamenti.