Cronaca Nera

Trieste, strangolò l’amico 17enne: i genitori di Alì Kashim scrivono a quelli della vittima. “Disponibili a donarvi la casa”

I genitori del 21enne hanno scritto al padre e alla madre di Robert Trajkovic, ucciso la notte del 7 gennaio in un sottoscala in via Rittmeyer, dove alloggiava la fidanzata. La raccomandata è stata inviata per testimoniare e condividere il dolore per quanto accaduto, con l’annuncio della disponibilità a trasferire la proprietà dell’appartamento ai familiari di Robert, già in difficoltà economiche

Ha ucciso l’amico d’infanzia diciassettenne diventato suo rivale. Dieci giorni dopo l’agghiacciante omicidio avvenuto in un condominio di Trieste, i genitori dell’assassino hanno annunciato che vogliono cedere la proprietà della loro casa alla famiglia della vittima. Non servirà a restituire il loro figlio, ma almeno il gesto costituirà un primo atto di risarcimento. I genitori di Alì Kashim, 21 anni, hanno scritto al padre e alla madre di Robert Trajkovic, triestino di origine serbe, ucciso la notte del 7 gennaio in un sottoscala in via Rittmeyer, dove alloggiava la fidanzata. La lettera raccomandata è stata inviata per testimoniare e condividere il dolore per quanto accaduto, con l’annuncio della disponibilità a trasferire la proprietà dell’appartamento ai familiari di Robert, accollandosi anche le spese per il trasferimento, per i funerali e le relative incombenze.

Era stato il padre di Robert, quando il corpo è stato trovato, a lanciare un appello al sindaco di Trieste per chiedere un aiuto per le spese del funerale. Il sindaco Roberto Dipiazza aveva invece puntato il dito contro l’accoglienza a suo dire troppo facile. “Bisogna cominciare a fare dei ragionamenti sull’accoglienza: non si può accogliere tutti e dire ‘fate quello che volete’. Servono maggiori controlli nei confronti degli stranieri che arrivano. Mi sto già attivando, voglio un controllo più più forte sulla città, parlerò con il prefetto e le forze dell’ordine”.

Alì e Robert si conoscevano fin da piccoli. Giocavano insieme all’oratorio e anche le amicizie erano comuni, nonostante la differenza di età. Eppure, nella notte del 7 gennaio scorso il ventunenne ha ucciso per gelosia, strangolandolo, Robert, più giovane di lui di quattro anni. I due si contendevano il favore di una ragazza di 19 anni: a Capodanno Robert aveva incontrato la ragazza e nei giorni successivi aveva cominciato a frequentarla. Alì ha voluto regolare i conti con l’amico, nel sottoscala del condominio. La lite è degenerata finchè Alì ha afferrato un cordino e ha strangolato Robert. Ha poi abbandonato il corpo in una nicchia utilizzata dal personale delle pulizie, dove è stato trovato un paio di giorni dopo da un condomino.

I carabinieri avevano identificato l’aggressore in poche ore. Difeso dagli avvocati Luca Maria Ferrucci e Deborah Berton è ora rinchiuso nel carcere di Udine, con le accuse di omicidio volontario – aggravato dai futili motivi – e di occultamento di cadavere. Non gli è stata contestata la premeditazione. Evidentemente gli investigatori ritengono che non abbia affrontato Robert con l’intenzione di ucciderlo. Convalidando il fermo e disponendo la custodia cautelare in carcere, il gip Marco Casavecchia ha indicato, nello sviluppo delle indagini, la necessità di valutare le condizioni psico-fisiche del giovane che in passato avrebbe cercato di togliersi la vita e soffre di attacchi di panico.