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Il giro di Sicilia delle ‘cicliste per caso’ mi ha appassionato. Così anch’io ho pedalato con loro

Linda sta per accendere il pc per aggiornare il blog con il racconto delle pedalate degli ultimi giorni, Silvia ha già mostrato con le sue foto e i video sui social, scorci suggestivi e momenti unici del loro tragitto. Hanno appena messo a riposo i loro destrieri nel B&B a Ragusa Ibla, le loro gravel bike cariche del necessario che da Palermo le hanno portate fino alla mia provincia. Linda è una graphic designer che si occupa di grafica editoriale per le più grandi case editrici italiane, Silvia è una ex cestista professionista (ha vinto uno scudetto a Priolo nel 2000), è proprietaria della rivista Pink Basket e commenta le partite per le emittenti sportive nazionali.

“Il Giro di Sicilia è nato, ovviamente, per caso, in sostituzione di quello della California che era programmato da tempo ma che abbiamo dovuto rinviare”, mi dicono in coro le due “Cicliste per caso”. Il 2022 si è aperto con l’impennata dei contagi da Covid-19 in tutta Italia. La mia regione, la Sicilia, non ha fatto eccezione e anzi, dal “bianco” Natale, il primo lunedì dell’anno è passata al giallo con chiazze d’arancione e s’intravede già il rosso. Una stretta che ha limitato molti di noi, abituati a programmare almeno una gitarella per le festività natalizie. A farmi respirare e sentire più libero, anche di progettare “fughe” per il futuro, ci hanno pensato Lidia Ronzoni e Silvia Gottardi, le “Cicliste per caso” che con il periplo della Sicilia hanno aggiunto un altro tassello alla lista già folta di viaggi (o imprese) che la coppia di pedalatrici ha già macinato negli ultimi anni. Patagonia, Milano-Londra, Andalusia e Slovenia giusto per citarne alcune. Non potevo lasciarmele scappare, io, sempre voglioso e curioso di vedere la mia Sicilia attraverso gli occhi di altri.

Seguendole sin dallo sbarco a Palermo attraverso il loro blog e i canali social ho “pedalato” un po’ con loro lungo la ciclovia SIBIT (Sustainable Interregional Bike Tourism), percorso mappato grazie ad un progetto europeo di qualche anno fa e che mira a promuovere il cicloturismo. Mappatura e segnaletica, da sole, non bastano a rendere virtuoso un progetto ma torno alle protagoniste del racconto di oggi. Il punto della situazione, era ovvio, l’avrei fatto quando sarebbero giunte nella mia zona, a Ragusa, praticamente quasi al termine del loro cammino siciliano che si concluderà a Catania.

Intercettatele appena arrivate a Ibla, la parte antica di Ragusa, perla assoluta che visitavano per la prima volta (Silvia ci era stata di passaggio quando giocava a basket) non oso trattenerle troppo con le mie domande. Le loro splendide foto e il racconto di viaggio che aggiornano sempre è già pieno di fascino e dettagli interessanti. Le prospettive che solo la bici può offrire le restituiscono intatte a chi le segue. La meraviglia del barocco ha già destato in loro la stessa emozione del Cretto di Burri a Gibellina o dei Templi di Agrigento. “In Sicilia si respira cultura e si viaggia nell’arte ma…”. C’è sempre qualche ma, sia chiaro, ma proprio il contrasto con tanta magnificenza, a volte, fa rabbia. L’immondizia buttata sul ciglio della strada o all’inizio di una bella spiaggia, percorsi dissestati e cani randagi pronti ad inseguirti. Mali che chi viaggia in bici vede, soffre e patisce di più. La “lentezza” del pedalatore non ti concede la possibilità di fare spallucce e passare oltre. Chi pedala (ma anche chi corre o cammina) è un tutt’uno col territorio e in quel momento lo vive ancora di più come suo. Dovrebbe essere nostro sempre. Così come è suo, esclusivamente suo, il sedere di Linda, su cui un tizio in Vespa ha pensato bene di poggiare la mano affiancandola a Palermo. Gesto inqualificabile che ha scatenato la rabbia che Linda racconta come deve nel suo blog.

Qualche spiacevole episodio non può scalfire però quel modo di interpretare il viaggio che Linda e Silvia professano da anni: “Spostarci nel mondo pedalando ci ha insegnato a ridurre i vestiti, gli oggetti, i bisogni. Ci ha lasciate un po’ più nude ed esposte a prendere in faccia il mondo, a respirarlo tutto. E quando il viaggio è così, ridotto all’essenziale, al nudo e al crudo dell’esperienza della fatica e della bellezza, tutto quello che arriva è un regalo e una sorpresa”.

“La bicicletta è un mezzo gentile” campeggia fra le frasi sul blog, appena sopra una foto del giorno del loro matrimonio. Sorridenti e gentili, così le ho percepite per questa intervista e così continuerò a vederle seguendole in ogni angolo di mondo in cui si spingeranno. La passione che ci mettono è un esempio per tutto. Vi sembrerà paradossale ma io che ci vivo e che in bici ho anche girato l’Europa, non ho ancora fatto un Giro di Sicilia in bicicletta. Ecco Linda e Silvia mi hanno rimesso addosso lo spirito di avventura e mi hanno dato la chiave (a brugola) giusta per affrontare questo 2022. In sella a pedalare anche col vento in faccia.