Cronaca

Medici: “Colori? Bisogna dare una risposta assistenziale ai malati a casa. Obbligo vaccinale mira a lungo termine, non c’è tempo”

Per il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ora sarebbe il momento di chiudere gli stadi, diminuire gli spettacoli e rinviare l'apertura delle scuole

Ridurre i contatti tra le persone e abbassare la pressione sui medici di base assistendo in modo diverso i pazienti a casa. A chiederlo dai microfoni di Radio 24, è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli. “Chiudere gli stadi, ridurre temporaneamente gli spettacoli: in questa fase c’è bisogno non dico di un lockdown, ma di una riduzione dei luoghi di incontro della gente”, ha detto Anelli circoscrivendo la limitazione al mese di gennaio e sottolineando come “rinviare l’aperura della scuola poteva essere una misura di buonsenso: stiamo dicendo soltanto che a giugno il virus non ci sarà, come non c’è stato nei due precedenti anni; quindi, le lezioni potevano essere allungate di quindici giorni a giugno”.

Non adeguato al momento, invece, l’obbligo vaccinale per i cinquantenni. È una prospettiva molto buona, ha tempi piuttosto lunghi – ha spiegato ancora – Noi avremmo bisogno invece di provvedimenti che raffreddino oggi la curva e che ci consentano di andare verso una situazione di normalità“. A tal proposito, c’è qualche modifica che secondo Anelli potrebbe migliorare il sistema delle Regioni a colori: “Il meccanismo è tarato principalmente sulla capacità degli ospedali di reggere. Ora però serve dare una risposta ai pazienti che sono a casa: il meccanismo dei colori dovrebbe anche tenere conto degli indicatori della diffusione del virus, soprattutto di quelli che mostrano un non funzionamento del tracciamento“. Questo, secondo Anelli, “darebbe il senso di una risposta a una variante che, per fortuna, perché siamo in larga parte vaccinati, non dà grandi effetti: una parte tra il 18 e il 20% è sintomatica. Anche a questi cittadini bisognerà dare una risposta in termini assistenziali. Oggi la medicina generale è fortemente messa sotto pressione per l’altissimo numero di persone che si rivolgono ai propri medici”.