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Berlusconi raduna il centrodestra nella sua villa: “Io al Colle? Decidiamo a gennaio. Draghi? Non commento le frasi degli altri”

Il capo di Forza Italia torna ad aprire le porte di villa Grande, la sua nuova residenza a Roma, per ospitare l'ennesimo vertice del centrodestra. Con il padrone di casa, i leader della Lega, Matteo Salvini, quella di Fdi, Giorgia Meloni, e quelli dei partiti centristi, Lorenzo Cesa, Giovanni Toti e Maurizio Lupi. Alla fine la coalizione diffone una nota criptica che parla di un centrodestra "unito dall’elezione del Capo dello Stato fino alle prossime elezioni amministrative e politiche" ma "nel rispetto delle scelte fin qui compiute da ciascuna delle sue componenti"

“Io candidato al Quirinale? Abbiamo parlato evidentemente anche di questo. Abbiamo rimandato ogni decisione all’inizio dell’anno prossimo”. Silvio Berlusconi torna ad aprire le porte di villa Grande, la sua nuova residenza a Roma, per ospitare l’ennesimo vertice del centrodestra. Con il padrone di casa, i leader della Lega, Matteo Salvini, quella di Fdi, Giorgia Meloni, e quelli dei partiti centristi, Lorenzo Cesa, Giovanni Toti e Maurizio Lupi. A questo giro sul tavolo c’era un argomento importante: la corsa al Colle. Una partita ancor più delicata dopo le aperture di ieri di Mario Draghi, che ha dato la sua disponibilità a salire al Quirinale. Dichiarazioni accolte con scetticismo dai ranghi della Lega, mentre Berlusconi si è detto esplicitamente contrario di un trasferimento del premier da Palazzo Chigi al Colle. Oggi, invece, il leader di Forza Italia ha dribblato le domande su Draghi così: “Non posso dare risposte su intenzioni di altri“.

Sulla sua eventuale candidatura, invece, l’ex presidente del consiglio ha finalmente ammesso di averne discusso con gli altri: “Abbiamo parlato evidentemente anche di questo. Il centrodestra sarà unitario. Abbiamo rimandato ogni decisione a dopo Natale, ai primi dell’anno”. Quell’aggettivo, “unitario”, è praticamente lo stesso usato dalla coalizione nel comunicato stampa diffuso dopo il vertice. Una breve nota in cui Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia spiegano che “il vertice ha confermato l’intesa e la sintonia di una coalizione che oggi governa con ottimi risultati la maggioranza delle regioni italiane e che aspira a tornare al governo del Paese, sulla base di valori comuni e di un programma condiviso, per unire e non per dividere, per far crescere l’Italia nella libertà, nel benessere, nella sicurezza, nelle garanzie, nell’attenzione verso i più deboli”.

Più criptica la parte in cui si spiega che “il centrodestra affronterà unito tutti i prossimi appuntamenti istituzionali ed elettorali –dall’elezione del Capo dello Stato fino alle prossime elezioni amministrative e politiche– nel rispetto delle scelte fin qui compiute da ciascuna delle sue componenti, ma nella consapevolezza della comune responsabilità di rappresentare la maggioranza naturale degli italiani, un’Italia che guarda all’Europa e al mondo orgogliosa della propria storia e della propria identità”. Cosa intendono Salvini, Meloni e Berlusconi con “scelte fin qui compiute da ciascuna delle sue componenti”? Solo il fatto che Fdi ha deciso di rimanere all’opposizione del governo Draghi? O quella è la formula scelta da Salvini e Meloni per tenersi le mani libere nella corsa al Colle senza intaccare l’unità della coalizione? Da qualche tempo, infatti, filtra come Lega e Fdi siano tutt’altro che convinti dell’appoggio a Berlusconi al Colle, considerato un candidato di bandiera e troppo divisivo. Dai ranghi di Forza Italia, invece, fanno sapere che in caso di “tradimento” Berlusconi sarebbe pronto a rompere la coalizione. Una situazione da stallo messicano, aggravata dal passo avanti di Draghi.