Cronaca

“Droga dal Marocco e Sudamerica”: 8 arresti a Milano. C’è anche Lucci, il capo ultras del Milan che stringeva la mano di Salvini

Operazione antidroga nel capoluogo lombardo. Coinvolto anche il tifoso che il 16 dicembre 2018 compariva in alcune foto assieme all’allora vicepremier in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud. L'ultras era stato già coinvolto in altre inchieste negli ultimi anni e arrestato per droga in passato

Importavano grosse quantità di droga dal Marocco e dal Sudamerica: con quest’accusa sono scattate oggi otto misure cautelari dopo un’indagine condotta dalla procura di Milano. Coinvolti anche tre ultras del Milan, appartenenti alla Curva Sud, cuore del tifo rossonero allo stadio Meazza. Tra questi c’è anche Luca Lucci, capo ultras con alcuni precedenti, che aveva conquistato notorietà perché compariva in alcuni scatti in compagnia di Matteo Salvini. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabrizio Filice si legge che Lucci sarebbe stato “al vertice dell’organizzazione” pianificando “l’attività illecita senza mai partecipare attivamente, impartendo direttive attraverso il software Encrochat, installato su un telefono cellulare Bq Aquaris” in suo possesso e con “utenza telefonica olandese“.

L’inchiesta è stata portata avanti sezione Antidroga della Squadra mobile di Milano. Nell’indagine tre indagati sono stati portati in carcere, quattro agli arresti domiciliari e uno sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con divieto di dimora. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Milano su richiesta del sostituto procuratore Leonardo Lesti e del procuratore aggiunto Laura Pedio. Sono in corso anche numerose perquisizioni in abitazioni riconducibili agli indagati nelle province di Milano, Bergamo, Lodi e Monza Brianza.

Tra le persone più conosciute coinvolte nell’inchiesta c’è appunto Lucci, uno dei capi della Curva sud milanista che in passato era già stato arrestato per droga in passato, Lucci è diventato noto il 16 dicembre 2018 quando era stato fotografato assieme all’allora vicepremier Salvini in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan. Classe 1981, ufficialmente elettricista, Lucci è considerato una delle figure più carismatiche della curva. Colpito tre volte dal Daspo e condannato a 4 anni per l’aggressione nel 2009 a un tifoso dell’Inter, che perse un occhio e in seguito si suicidò, nella primavera 2018 è finito in un’indagine assieme ad altre 21 persone, tutte destinatarie di misure cautelari, con l’accusa di vendita e spaccio di droga. In quell’operazione vennero sequestrati 600 chili di hashish, marijuana e cocaina e, stando all’indagine, fu proprio il “Toro”, come è soprannominato Lucci, a scovare e scollegare una telecamera della polizia piazzata proprio all’esterno del circolo usato come base dal gruppo.

Per questa vicenda, nel settembre del 2016, Lucci ha patteggiato una pena a un anno e mezzo di carcere e nel giugno 2019 ha subito il sequestro di un milione di euro. Per la questura, il “suo principale sostentamento è il traffico di stupefacenti, fin da giovane ha stretti legami con la criminalità organizzata”. Nel dicembre 2018, durante la festa per i 50 anni della curva rossonera, al centro dell’Arena Civica di Milano, l’episodio che lo ha reso noto e ha imbarazzato Salvini: venne immortalato mentre stringeva la mano del leader della Lega, che all’epoca era ministro dell’Interno. Gli scatti scatenarono la polemica politica. In un primo momento, Salvini non prese le distanze, anzi rivendicò il saluto dicendo che in curva “ci sono tante brave persone” e annunciò che la mafia sarebbe stata sconfitta in “qualche mese”. Poi fece marcia indietro, spiegando di non sapere chi fosse Lucci e di averlo incontrato per la prima volta in quell’occasione.