Calcio

Domeniche Bestiali – A Rimini mancano le porte? Ecco che spuntano le canne al vento. E in Paraguay il Var interviene prima dell’inizio

La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

Periodo di tradizioni, il Natale: l’albero, le ricette delle nonne, il panettone, i bimbi festanti. E anche per le domeniche bestiali le tradizioni sono importantissime. E alle uova, al burro, alla farina e al lievito che servono per un panettone perfetto noi sostituiamo gli ingredienti per una domenica bestiale perfetta: maleducazione a profusione, un comunicato sgrammaticato di un giudice sportivo, un rimedio agricolo e casareccio su un campo di provincia, e qualche grido di battaglia non proprio in linea con il Natale.

PRONTI? VAR!
SuperCopa Paraguay: se la giocano Olimpia Asuncion e Cerro Porteno. Foto di rito accosciati e in piedi prima della gara quando arriva la chiamata del Var… eh già, prima del fischio d’inizio. L’arbitro la guarda, torna in campo e… rosso per il portiere del Cerro, Jean Fernandes. Perché? Era andato sotto la curva avversaria prima del match facendo gestacci ai tifosi avversari: le mani a tagliare la gola, il dito mosso in cerchio a indicare la dipartita. “Vi ammazzo tutti” o “Siete tutti morti”… chissà che il ditino non glielo abbia opposto anche il mister negli spogliatoi, dopo che la squadra ha perso 3-1 una gara giocata per 90 minuti più recupero in dieci uomini.

CANNE AL VENTO
Ve li ricordate i Delfini Rimini? La squadra di Terza categoria che per far correre il bomber gli andava dietro con una bici armata di lanciarazzi? Ecco, un’altra squadra di Rimini col nome “Delfini”, ma che gioca in Prima ne ha regalata un’altra (ripresa dagli amici di “Indipendente Sportivo” che ringraziamo): se manca la porta per la partitella a metà campo, se mancano anche i coni e persino le borracce niente paura, basta un po’ di campagna. Sì, due canne, belle alte, infilate nel terreno e si gioca. E nel dubbio che chi ha trovato l’idea si sia ispirato a Blaise Pascal (grosso dubbio) noi chiediamo scusa alla memoria di Grazia Deledda per aver utilizzato il titolo del suo capolavoro proprio qui, in Domeniche Bestiali.

LA (SANTA) ESCALATION
Deve avere capacità verbali e vocali degne di Linda Blair (occhio: Blair, non Lovelace) Stefano Morandini, calciatore del Lugagnano, Prima Categoria veneta, squalificato fino a febbraio 2022 perché: “A fine gara offendeva pesantemente l’arbitro passando successivamente a parole assai violente ed intimidatorie fino a minacce vere e proprie il tutto accompagnato da urla, bestemmia e blasfemie varie”. Offese, parole violente, minacce e urla, bestemmie e blasfemie varie tutte assieme: è un’orchestra intera quest’uomo.

LO SGUARDO CHE UCCIDE (LA GRAMMATICA)
I comunicati dei giudici sportivi sono la nostra manna. Splendidi a volte per le “gesta” che raccontano, a volte per come sono scritti, in alcuni casi per entrambe le cose. Come quello che racconta della squalifica per quattro giornate di Marco Laquaglia, dell’Ospedaletto Euganeo Calcio. Come riporta il giudice sportivo: “Una giornata per doppia ammonizione e tre giornate per gravi e pesanti offese, al termine della gara nella zona degli spogliatoi mi fissava con fare minaccioso”. Ora, la squalifica per sguardo è già divertente, passare dalla motivazione della squalifica al racconto in prima persona dell’episodio lo è di più.