Politica

Open, col voto in Giunta non si è voluto salvare Renzi ma rispettare la Costituzione

La bellezza della nostra Costituzione, utilizzata spesso a piacimento ma dimenticata quando non piace. Per buona pace del populismo giustizialista grillino, la Costituzione rimane sempre al suo posto ad indicare i principi di civiltà giuridica. Dispiace che ancora una volta questa inciviltà grillina abbia contagiato la ditta del fu Pd.

La Giunta di competenza del Senato ieri mattina ha ripreso l’esame della documentazione fatta pervenire dal senatore Matteo Renzi in relazione ad un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze. Vicenda “Open”.

Questo il comunicato della Giunta di ieri: “Dopo gli interventi dei senatori Grasso, Malan, Ginetti, Rossomando, la Giunta ha approvato, a maggioranza, la proposta avanzata dalla relatrice, senatrice Modena, volta a proporre all’Assemblea l’attivazione nei confronti della competente autorità giudiziaria di un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale, atteso che il sequestro della posta elettronica e in particolare delle quattro mail dell’agosto 2019, dei messaggi Whatsapp mandati dal senatore Renzi quando era in carica ed altresì dell’estratto conto inviato dalla banca al senatore relativo all’intero periodo 2018-2020 non è stato mai autorizzato dal Senato, al quale l’autorità giudiziaria avrebbe dovuto rivolgere preventivamente una richiesta di autorizzazione”. Questi i fatti oggettivi.

Il Pd e il Movimento 5Stelle si sono astenuti. Già questo semplice voto di astensione dimostra, a mio avviso, l’inciviltà giuridica precostituita dei reduci grillini e del rimasto Pd. In questo caso, infatti, non si doveva decidere una questione politica o di merito, ma semplicemente il rispetto dell’art. 68 della nostra Costituzione, il quale recita: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”.

Come ha già detto Matteo Renzi, qui, non si vuole evitare un processo di per sé assurdo e già fatto tra l’altro sui giornali, ma dimostrare ancora una volta la violazione della Costituzione e delle norme processuali da parte dei pm che indagano il senatore. Tutti elementi oggettivi. Tale questione non potrà mai ripagare Renzi per tutto il fango gettato gratuitamente ed illecitamente ma serve e deve servire per dimostrare e ricordare che la Costituzione e le norme devono essere rispettate anche dai pm.

I magistrati inquirenti devono sottostare alla nostra Carta fondamentale. Troppo spesso – a mio avviso – vanno oltre le proprie prerogative i propri poteri senza mai risponderne. E merita evidenziare che lo stesso pm Antonino Nastasi è protagonista in questi giorni per altre presunte gravissime violazioni e/o reati. Infatti, nell’ultima testimonianza resa del colonnello Pasquale Aglieco, davanti alla Commissione parlamentare istituita nel marzo scorso per far luce sulla tragedia relativa alla morte sospetta di David Rossi, sono emersi scenari inquietanti per i quali si potrebbero ipotizzare, secondo quanto filtra dai vertici della Procura, i reati di favoreggiamento, omissione d’atti d’ufficio e falso. L’ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena, ha riferito in audizione che i pm Nastasi, Marini e Natalini, sarebbero entrati prima della polizia scientifica nell’ufficio di Rossi e avrebbero toccato il suo pc, rovesciato il contenuto del cestino sulla scrivania, chiuso la finestra e risposto al cellulare di Rossi (secondo Aglieco lo avrebbe fatto il pm Nastasi).

Insomma, questioni che meritano essere approfondite e non lasciano tranquilli per come vengono affrontate le indagini.

Un punto fermo però deve rimanere: il rispetto della legge deve valere per tutti, anche e soprattutto per i magistrati. Su questo si combatte la vera battaglia di civiltà giuridica. Per questo il Pd che si definiva garantista e riformista sta completamente naufragando per seguire un matrimonio populista-giustizialista alternato e a convenienza di Giuseppe Conte e del mondo grillino rimasto.

Ma non basta: i giustizialisti e odiatori seriali ieri si sono incazzati con i grillini per l’astensione. Non bastava l’astensione, bisognava votare contro Renzi a prescindere. Per tale motivo Giuseppe Conte è corso ai ripari dichiarando: “E’ stata un’astensione tecnica, perché mancavano decreti vari del tribunale. Il fascicolo, a detta dei parlamentari, era incompleto: di qui l’astensione, che significa non entrare nel merito. Posso preannunciare che in Aula potremo esprimere pienamente un voto politico contrario a che questo conflitto arrivi alla Corte costituzionale”.

Tali dichiarazioni dimostrano ancora una volta la gravità e l’inciviltà giuridica di Conte, che è passato da Avvocato del Popolo (mai stato) ad Avvocato Populista- giustizialista. Un ossimoro di persona. Votare politicamente contro Renzi su una questione oggettiva credo renda definitivamente palese l’inutilità politica di Conte. Ma non mi sorprendo: un Movimento 5Stelle che nella realtà non esiste più; un Conte che si atteggia a leader solo di se stesso sconfessato più volte da Grillo e dagli stessi parlamentari grillini; un Conte tenuto in piedi e legittimato da un altro leader senza consenso e polso, ossia Enrico Letta; un Pd alla deriva che vive di silenzi e paure.

La realtà è che il Movimento e il Pd non esistono più. Esistono Conte e Letta che cercano di sopravvivere e che non rappresentano nessun valore riformista e democratico. Non hanno una linea, non hanno un vero progetto, fatto tutto e il contrario di tutto. Si nascondono dalle vere problematiche ed escono fuori solo quando devono dire qualcosa contro Renzi. Politicamente piccoli e umanamente deplorevoli.

Ma stiano sereni: il meglio deve ancora venire.