Cronaca

Ufficio stampa posta un finto necrologio e minaccia il giornalista Puente: “Piangerai supplicandomi di non tagliarti la lingua”

David Puente a luglio scorso aveva scritto una serie di articoli su Open dopo un commento sessista dell'ufficio stampa Il Taccuino, denunciando collaboratori fantasma e altre stranezze. Oltre un anno dopo su Instagram il post di insulti e pesanti minacce: "Annuncio la tua morte con un anno di anticipo ed io mantengo sempre la parola data"

Un finto necrologio e le minacce: “Annuncio la tua morte (mediatica, giuridica, magari anche fisica chi lo sa) con un anno di anticipo ed io mantengo sempre la parola data”. È il post pubblicato su Instagram dall’ufficio stampa Il Taccuino e rivolto al giornalista David Puente. Una serie di attacchi, poi le gravi e pesanti minacce: “La macchina del fango non avrà pietà di te – si legge ancora nel post – La settimana prossima sarà pubblicato il tuo indirizzo di casa ed inviato a tutte le persone che in questi anni hanno imparato ad odiarti. Per completezza di informazione lo manderemo anche a tutti i principali no Vax italiani”.

Il Taccuino è un ufficio stampa per scrittori ed editori, come si legge sul loro sito, che nell’estate 2020 era finito al centro delle polemiche per un post sessista contro una blogger che aveva pubblicato una recensione negativa su un libro. Il giornalista Puente ne aveva scritto su Open, pubblicando poi altri articoli sempre nel mese di luglio 2020 in cui denunciava come sul sito de Il Taccuino fossero presenti le foto di presunti collaboratori che in realtà erano altre persone: da un medico della Valle d’Aosta a una imprenditrice finlandese. Oltre ai collaboratori fantasma, Puente ha segnalato anche altre stranezze sull’ufficio stampa, scrivendo della mancanza di una partita Iva dell’azienda e di collaboratori non pagati.

Oltre un anno dopo, arrivano le pesanti minacce via Instagram. Sul finto necrologio si legge: “Ne danno il triste annuncio il buon senso, la mancanza del controllo delle fonti, la scarsa professionalità dimostrata”. Gli insulti proseguono nel post: “Viscido”, “sei un butta merda (sic!) in cerca di scoop e giammai di verità”. Poi però arrivano le minacce: “Ma verrà il giorno che ti guarderò fisso negli occhi a pochi centimetri e mi chiederai scusa e piangerai supplicandomi di non tagliarti lingua, denti e dita“. E ancora: “Farò di peggio”. Per poi arrivare all’augurio di morte e un’altra minaccia: quella di rivelare e diffondere l’indirizzo di casa.