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Roberto Cazzaniga, spunta un altro uomo nella triste storia del giocatore: “Mi mandava i soldi rubati a lui”

Massimo, un 25enn di Bari, ha raccontato a Le Iene di come Satta, la donna che ha raggirato il giocatore di volley riducendolo sul lastrico, si fosse innamorata di lui: "Mi ha comprato abiti, scarpe, regali ai miei nipoti tra cui una Nintendo Switch, giocattoli, un iPad, un’infinità di fiori. A un mio amico ha regalato dei guantoni e un pantalone per fare boxe". Il tutto sempre online e fingendosi un'altra modella...

Un ulteriore capitolo della triste storia del giocatore di volley Roberto Cazzaniga. Come è noto, il pallavolista è stato vittima di una truffa sentimentale orchestrata da Valeria Satta, una donna che per 15 anni si è finta la modella Alessandra Ambrosio facendosi dare una cifra enorme, circa 700 mila euro. Cazzaniga però non è l’unico coinvolto in questa truffa sentimentale online resa nota da Le Iene. Sempre la trasmissione di ItaliaUno ha mostrato un servizio su come Satta abbia ripetuto lo stesso schema adottato con Cazzaniga anche con un altro uomo ma con una differenza non da poco: nel caso del giocatore, la donna fingeva di essersi innamorata di lui, nel caso di Massimo, il 25enne di Bari che ha raccontato tutto a Le Iene, Satta si era veramente invaghita. Massimo ha raccontato di aver ricevuto dalla donna (che in questo caso presentava come Chloe Madison, una modella) soldi accreditati sul suo conto, regali e che sia arrivata persino l’offerta di una lussuosa automobile. Che fossero i soldi di Cazzaniga? “Mi ha comprato abiti, scarpe, regali ai miei nipoti tra cui una Nintendo Switch, giocattoli, un iPad, un’infinità di fiori. A un mio amico ha regalato dei guantoni e un pantalone per fare boxe”, ha detto Massimo. Non solo: “Ha fatto passare un furgone vela con un messaggio per me in giro per il paese. Chiamava mia madre disperata e mi mandava messaggi infiniti in cui diceva che voleva stare con me”. Secondo il 25enne Satta ha speso per lui circa 70-80 mila euro in un anno: “Sicuramente i soldi che mandava a me erano rubati al povero Roberto“.