Economia & Lobby

Ocse, economia in rallentamento e inflazione in salita. Nel 2021 la crescita più forte del G7 sarà in Gran Bretagna (+ 6,9%)

Le previsioni sul Pil italiano restano sopra la media. L'economia italiana crescerà quest'anno del 6,3% per poi rallentare a 4,6% nel 2022. La variante Omicron, spiega l'Ocse, è un pericolo anche per l'economia ed è fondamentale assicurare una copertura vaccinale anche nei paesi più poveri

La variante Omicron è una minaccia per la crescita economica, rallentando il ritorno alla normalità delle filiere logistiche e intensificando quindi le pressioni inflazionistiche. Lo afferma l’Ocse che oggi ha presentato a Parigi le sue prospettive economiche. Quest’anno il paese più dinamico del G7 sarà la Gran Bretagna che crescerà del 6,9%, seguita da Francia (+ 6,8%) ed Italia (+ 6,3%). L’incremento del Prodotto interno lordo è previsto poi in progressivo rallentamento ovunque. Nel 2022 la crescita globale sarà del 4,5% (5,5% nel 2021) nel 2023 al 3,2%. Nella sola zona euro l’incremento del Pil 2022 è indicato al 4,3% l’anno prossimo e al 2,5% nel 2023. L’Italia dovrebbe mantenersi leggermente sopra la media con un + 4,6% nel 2022 e + 2,6% l’anno seguente. Riviste invece al rialzo le previsioni sull’inflazione, nel G20 la stima 2022 passa da 3,9 a 4,4%.

Le banche centrali dovrebbero essere “caute” (nel ridurre il sostegno all’economia, ndr), ha aggiunto l’Ocse, affermando poi che la questione oggi più urgente è quella di accelerare la diffusione dei vaccini Covid a livello globale. Il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, ha quindi lanciato un severo avvertimento sulle disparità mondiali che stanno caratterizzando la campagna vaccinale. Disparità, che oltre ad avere conseguenze sulla salute hanno anche un impatto sull’economia. “La copertura vaccinale resta ineguale, nei Paesi in visa di sviluppo ma anche qui in Europa”, ha detto Cormann, invitando quindi a “proseguire gli sforzi senza tregua” affinché venga vaccinato “l’insieme della popolazione mondiale”. “La cosa più importante è che dobbiamo vaccinare persone ad alto rischio ovunque, e questo deve essere una priorità globale”, ha affermato oggi Seth Berkley, amministratore delegato dell’alleanza per i vaccini Gavi che ha contribuito a creare il programma Covax sostenuto dalle Nazioni Unite.