Calcio

Domeniche Bestiali – L’allenamento del bomber pigro: il mister lo insegue in bici con un bengala spara palle

La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

Trovate geniali, trovate molto meno geniali e la solita bestialità. Una domenica bestiale con tutti i crismi quella appena trascorsa. Per la verità anche gli allenamenti infrasettimanali sui campi di pallone della provincia italiana, ormai, hanno il loro perché, con metodiche quantomeno particolari. C’è poi l’iconografia della scarpa, che torna periodicamente, un richiamo ad Amici Miei e infine un bel caso di esercizio abusivo della professione medica.

CORRI BOMBER, CORRI
In terza categoria, si sa, i bomber spesso hanno ormai una forma fisica inversamente proporzionale al senso del gol. Può capitare che però agli allenatori ciò non vada giù e che chiedano anche corsa oltre ai gol. Cosa fare dunque per contrastare la pigrizia del bomber de quo? L’idea geniale viene da Rimini, col River Delfini 2018: in un video ripreso dalla pagina “Indipendente Sportivo” si vede il mister (presumibilmente) che lega un bengala spara palle a una bici e rincorre il bomber pigro, costringendolo ad affrettarsi per non finire colpito dai fuochi d’artificio. Una metodologia che sarebbe piaciuta all’imitazione di Zeman messa in scena da Tullio Solenghi.

IN MY SHOES
Lanciate ai tifosi avversari, usate per protestare o altro, le scarpe sono un’icona quasi irrinunciabile del calcio pane e mortadella. Freud probabilmente avrebbe ricondotto quest’iconografia a nonne e mamme del passato e a zoccoli e ciabatte usate come arma micidiale, specie leggendo la squalifica comminata a Salvatore Cascata del Lavorate Calco, seconda categoria campana, squalificato fino al 15 gennaio perché: “Al termine della gara si toglieva le scarpe da calcio e con le stesse colpiva con veemenza al volto un calciatore avversario che in seguito rimaneva a terra per circa 4′, venendo poi soccorso e medicato dai dirigenti di entrambe le società”.

AMICI MIEI ATTO IV
È quasi offensivo chiedere se ci si ricorda della scena degli schiaffi in stazione nel celebre film. Di sicuro torna alla mente se si legge della multa comminata al Latiano, Prima Categoria pugliese: “Propri sostenitori tentavano di arrampicarsi sulla recinzione del terreno di giuoco, dando ripetuti calci alla stessa e cercando con le mani di colpire i calciatori quando questi battevano le rimesse laterali; al minuto 30 del s.t. la tifoseria ospite veniva a contatto con la tifoseria ospitante, provocando una piccola rissa sedata dall’intervento di 2 Carabinieri presenti all’interno del campo. A fine gara, proprio sostenitore cercava di colpire il direttore di gara con degli sputi, senza riuscirvi”.

DOTTORE CHIAMI UN DOTTORE!
Occhio a farsi male nelle categorie minori della Liguria, probabile che l’intervento del medico sia deleterio, o addirittura a gamba tesa. È quello che fa temere la multa data all’Oneglia, Prima Categoria: “Titolo di responsabilità oggettiva per aver inserito in distinta un calciatore in qualità di medico, senza averne né la qualifica, né essere tesserato come dirigente, che, inoltre rivolgeva espressioni minacciose al ddg”.