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Accusato di crimini in Cile ai tempi di Pinochet, libero dopo scadenza dei termini: lascia l’Italia e torna in Germania

A causa di un mezzo pasticcio burocratico, Rehinard Doring Falkenberg, 75enne tedesco accusato in Cile di crimini commessi ai tempi di Pinochet e arrestato il 22 settembre scorso a Forte dei Marmi su mandato di cattura internazionale, ha potuto tornarsene a casa sua, a Gronau nella Renania Settentrionale

È tornato in Germania credendo di essere libero per scadenza della misura cautelare dell’obbligo di firma, con tanto di nulla osta da parte della polizia. Manel frattempo l’ordinanza gli era stata prorogata con l’arrivo della richiesta di estradizione dal Cile: era pervenuta tardi ma in tempo utile, il 19 novembre. Così Rehinard Doring Falkenberg, 75enne tedesco accusato in Cile di crimini commessi ai tempi di Pinochet e arrestato il 22 settembre scorso a Forte dei Marmi su mandato di cattura internazionale, ha potuto tornarsene a casa sua, a Gronau nella Renania Settentrionale.

Negli anni ’70 Rehinard Doring Falkenberg era uno dei leader della Colonia Dignidad, enclave cilena di nazisti tedeschi in fuga dalla Germania. Nel paese sudamericano è accusato del sequestro del fotografo italo-cileno Juan Maino Canales, militante del Mapu, partito politico della sinistra cilena. Maino fu sequestrato a 27 anni insieme a due colleghi e amici, Antonio Ormaechea ed Elizabeth Rekas, dagli agenti della Dina, la polizia segreta cilena. I tre non fecero più ritorno. Dopo il rapimento il fotografo fu trasferito nella ‘Colonia Dignitad’, conosciuta anche come ‘Villa Baviera‘ e trasformata ai tempi di Pinochet in un centro di tortura e sterminio degli oppositori politici.

Falkenberg, dopo quasi due mesi passati nel carcere di Lucca, dal 18 novembre era stato scarcerato per motivi di salute e si trovava sottoposto all’obbligo di firma. La domanda di estradizione delle autorità cilene, in base a quanto ricostruito, è arrivata dal Cile al ministero della Giustizia il 19 novembre, tre giorni prima della decadenza dei termini della custodia cautelare, in scadenza il 22 novembre. Alle 8 di mattina del 22 novembre il ministero ha informato la corte di appello di Firenze della domanda di estradizione presentata dal Cile. Quando però intorno alle 17 del pomeriggio, alla luce di questa comunicazione, la corte di appello ha emesso il provvedimento che prorogava la misura cautelare, la questura di Lucca aveva già liberato il tedesco da alcune ore.

Secondo la lettura dei fatti data dal presidente della corte di appello fiorentina Alessandro Nencini, la polizia, comunicando a Falkenberg la cessazione della misura cautelare a suo carico alle 13,45, ossia quando si era presentato a firmare, avrebbe anticipato di circa 10 ore il termine della scadenza della mezzanotte previsto dall’ordinanza. Nel provvedimento la corte di appello prende atto che nel frattempo la questura aveva comunicato al 75enne la cessazione della validità della misura, e allerta la polizia di frontiera affinché vigili su eventuali tentativi di lasciare l’Italia da parte del pensionato. A quell’ora però l’ex dirigente della Colonia Dignidad aveva già passato il confine ed era in viaggio verso casa. La vicenda non ha mancato di suscitare le proteste dell’opinione pubblica cilena e in particolare dei parenti del fotografo Juan Maino Canales: “Il governo del Cile – affermano i familiari in un post su facebook – deve chiedere spiegazioni alle autorità italiane su quanto è successo”.