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Yara Gambirasio, “Da 7 anni vivo nel buco”: Massimo Bossetti vince un premio con una poesia

"Da sette anni vivo nel buco. C'è la mia branda, il mio sgabello, il mio Gesù. Alle pareti è appeso il resto della vita, almeno quello che rimane", l'incipit con il quale l'assassino di Yara Gambirasio ha vinto un premio letterario

Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio (era il 26 novembre 2010), “si sta cimentando nella scrittura”. E non solo: “Ha vinto un premio letterario, se non sbaglio è arrivato terzo”, ha rivelato a Telelombardia Claudio Salvagni, uno dei difensori di Bossetti. “Da sette anni vivo nel buco. C’è la mia branda, il mio sgabello, il mio Gesù. Alle pareti è appeso il resto della vita, almeno quello che rimane”, sarebbe questo l’incipit del componimento riportato da Oggi e grazie al quale il muratore di Mapello ha vinto il premio di 100 euro.

Una notizia che riaccende un riflettore su una storia che proprio in questi giorni è tornata a far parlare. Su Netflix, infatti, è disponibile il film ‘Yara’, diretto da Marco Tullio Giordana e prodotto da Mediaset-TaoDue. La pellicola ha avuto un grande successo internazionale: nel mese di novembre è stato il contenuto straniero più visto a livello globale tra gli abbonati al servizio streaming. “Ho creduto dall’inizio in questo film – ha dichiarato al Corriere il produttore Pietro Valsecchi -. Ho scritto il soggetto quattro anni fa e nessuno voleva farlo, la si riteneva una storia troppo scabrosa. Alla fine ho trovato Netflix”. Con protagonisti Isabella Ragonese e Alessio Boni, il film arriverà prossimamente su Canale 5, così come riportato dall’Ufficio Stampa Mediaset.