Cronaca Nera

Sassuolo, 38enne stermina la famiglia e poi si uccide: accoltellate convivente, suocera e due figli. “Minacciava la compagna di morte”

La strage tra le 15 e le 16 di mercoledì. Sul posto, fino a tarda sera, Carabinieri e la Polizia scientifica per svolgere i rilievi e ricostruire la dinamica dell'omicidio-suicidio. Il 38enne tunisino autore della strage, Nabil Dhahri, lavorava in un supermercato: a quanto risulta dalle prime indagini la coppia era in via di separazione e la vittima si era trasferita a casa della madre

Un 38enne tunisino, Nabil Dhahri, ha ucciso la convivente Elisa Mulas, la suocera di 64 anni e due figli di 5 e 2 anni con un’arma da taglio, probabilmente un coltello da cucina, e poi – forse con la stessa arma – si è tolto la vita. È successo a Sassuolo (Modena), in un condominio di via Manin, strada residenziale appena fuori dal centro storico del paese, fra le 15 e le 16 di mercoledì. Fino a tarda sera Carabinieri, Squadra mobile e Polizia scientifica sono rimasti sul posto per svolgere i rilievi e ricostruire la dinamica dell’omicidio-suicidio. L’intera zona circostante l’edificio è stata isolata e transennata.

Dhahri è descritto da chi lo conosceva come una persona tranquilla: lavorava in un supermercato, mentre la compagna si occupava di pulizie e altri lavori saltuari, e si occupava dei bambini. Oltre ai due bambini massacrati, la donna aveva anche un’altra figlia – più grande – da una precedente relazione, che al momento della strage si trovava a scuola. A far scoprire l’accaduto, infatti, è stato il fatto che la mamma non fosse andata a prenderla all’uscita dalle lezioni.

Le prime indagini si sono indirizzate sulle dinamiche interne alla famiglia, a partire dai rapporti fra l’omicida e la compagna che – a quanto risulta – erano prossimi alla separazione. Alcuni testimoni che riferiscono di un rapporto ormai finito che sfociava in minacce da parte di lui: ci sarebbe anche un audio, registrato dalla vittima, in cui l’autore della strage la minacciava di morte. Per questo lei, insieme ai due figli, si era trasferita da circa un mese a casa della madre, nell’appartamento dove è avvenuto il massacro. Una casa che l’uomo, comunque, frequentava per vedere i bambini.