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Usa, Joe Biden: “I ricchi e le grandi compagnie paghino il giusto per ricostruire il Paese”

Il presidente degli Stati Uniti, all'indomani del varo del piano infrastrutturale da 1200 miliardi ha assicurato che il Build Back Better Act non aumenterà le tasse per chi guadagna meno 400mila dollari l'anno: "Un giorno quando ci guarderemo indietro, vedremo che oggi è stato il momento in cui l’America ha deciso di vincere la competizione del 21esimo secolo"

“La linea di fondo dovrebbe essere che ognuno paghi quanto è giusto“. Il presidente Usa Joe Biden ha così commentato i passi fatti verso il varo del Build Back Better Act, con l’approvazione del piano infrastrutturale americano da 1200 miliardi, tassello chiave dell’agenda presidenziale che punta a “garantire che gli americani più ricchi e le più grandi compagnie inizino a pagare quello che devono“.

Lo slogan del resto è in linea con le promesse presidenziali della scorsa primavera e così Biden chiosa: “Sono capitalista, non sono socialista, ma la linea di fondo dovrebbe essere che ognuno paghi quanto è giusto. Zero tasse? Suvvia! Quindi, mantenendo la mia promessa, non aumenteranno di un singolo penny le tasse per chiunque guadagni meno di 400mila dollari l’anno. Gente, questo non colpirà per niente le vostre tasse, non pagherete un penny di più se siete sotto quella cifra”.

“La gente vuole che facciamo le cose e noi lo abbiamo fatto”, ha detto il capo della Casa Bianca secondo il quale con il piano delle infrastrutture saranno creati milioni di posti di lavoro. “Un giorno quando ci guarderemo indietro, vedremo che oggi è stato il momento in cui l’America ha deciso di vincere la competizione del 21esimo secolo“, ha agiunto Biden, sostenendo di voler scommettere sull’America, sulla sua gente, su un Paese che riconosce che “tutti gli uomini sono stati creati uguali”.

Non così Donald Trump che in un’intervista a Fox aveva commenta il maxi piano per le infrastrutture varato dal Congresso e il pacchetto di misure sociali che potrebbe essere approvato nelle prossime settimane sottolineando come “se i piani e l’agenda economica di Biden passeranno, gli americani saranno tartassati e il partito democratico perderà la maggioranza alla Camera nelle elezioni di metà mandato del 2022″.

“Stiamo ricostruendo l’America e ora tocca al pacchetto per il welfare e la lotta ai cambiamenti climatici. Sarà approvato alla Camera e al Senato”, ha invece assicurato Biden, secondo cui la sua agenda “non aumenta il deficit, anzi lo ridurrà nel lungo termine, perché le misure di spesa verranno finanziate facendo pagare ai più ricchi il giusto. Perché non può essere che le grandi società paghino zero tasse”.

Con l’approvazione alla Camera del suo piano da 1200 miliardi per le infrastrutture, il presidente americano incassa una prima importante vittoria per portare avanti la sua agenda economica. Il piano punta a ricostruire strade, ponti, porti, reti elettriche, ferrovie in tutti i 50 stati, in un paese dove i tagli alla spesa pubblica hanno provocato un’invecchiamento di tutte le infrastrutture.

Il pacchetto comprende oltre 110 miliardi di dollari per la ricostruzione di strade e ponti, ma anche 66 miliardi per rilanciare le ferrovie in quello che è il maggior investimento in questo settore dalla creazione della rete Amtrack mezzo secolo fa. Sono 55 i miliardi destinati al miglioramento della rete idrica e 60 per quella elettrica, mentre altri investimenti sono diretti alle connessioni Internet. Gran parte degli interventi ha un’ottica green. Ben 5,7 miliardi sono allocati per le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici. E 50 miliardi sono messi da parte per intervenire su danni provocati da eventi naturali estremi, provocati dai cambiamenti climatici.

Da anni si discuteva negli Stati Uniti della necessità di ricostruire le infrastrutture, ma senza trovare un accordo sulla spesa necessaria. Il pacchetto voluto da Biden era passato due mesi fa al Senato in modo bipartisan con 69 voti favorevoli e 30 contrari. Ma poi si è arenato alla Camera in uno scontro interno ai democratici, fra moderati e progressisti, che ha danneggiato il partito e il presidente davanti all’opinione pubblica. La sconfitta alle elezioni per il governatore in Virginia e la vittoria di un soffio in New Jersey sono stati un campanello d’allarme, che ha permesso di trovare un accordo. Ma per convincere tutti, ci è voluta una trattativa di 12 ore in cui è dovuto intervenire lo stesso Biden, parlando in diretta telefonica con le riunioni dell’ala sinistra e di quella più moderata dei deputati del suo partito.

Alla fine il piano è passato nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 novembre con 228 voti a favore e 206 contrari, grazie anche al sostegno di 13 repubblicani. Fra i democratici, 6 dell’ala sinistra hanno votato contro per marcare il loro dissenso. Il piano sull’infrastruttura rappresenta però solo la metà dell’agenda economica di Biden. L’altra è il Build Back Better, un piano da 1.850 miliardi di dollari, con misure su assistenza sanitaria, istruzione, tasse, clima e immigrazione. La Speaker della Camera, Nancy Pelosi, sperava di poter far passare entrambi i pacchetti. Ma alla fine è stato raggiunto un compromesso nella notte, con l’impegno a votare il secondo piano il 15 novembre, una volta che saranno arrivate ulteriori informazioni dall’Ufficio del bilancio del Congresso sui costi previsti come richiesto dall’ala moderata.