Diritti

Cina, la giornalista arrestata per aver denunciato la gestione del Covid rischia di morire. L’appello di Amnesty International

L'organizzazione per i diritti umani lancia l'appello per salvare la giornalista dalla morte in carcere. Zhang era stata condannata nel dicembre 2020 a quattro anni di reclusione per aver denunciato sui social gli arresti e le pressioni del governo cinese a Wuhan all'inizio della pandemia. Suo fratello su Twitter: "Se muore spero venga ricordata per ciò che ha fatto"

L’attivista e giornalista cinese Zhang Zhan, il volto del dissenso, secondo Amnesty International “rischia di morire”. Zhan è in carcere da quasi un anno per aver denunciato sui social la gestione della pandemia di Covid-19 e da mesi sta portando avanti uno sciopero della fame che l’ha sfinita. “Se non viene rilasciata per ricevere le cure rischia di morire”, scrive Amnesty in una nota.

Zhang Zhan era stata arrestata a maggio 2020 a Wuhan, dove era andata a febbraio per raccogliere notizie sulla gestione del Covid. In quell’occasione aveva postato messaggi sui social in cui denunciava gli arresti di giornalisti indipendenti e le pressioni delle autorità sulle famiglie di pazienti affetti da Covid-19 perché non rivelassero nulla.

A dicembre 2020 la condanna a quattro anni di reclusione con l’accusa di avere “seminato discordia e causato problemi”. Suo fratello lo scorso 30 ottobre ha scritto su Twitter: “Non credo che vivrà molto a lungo, e se non ce la farà a superare l’inverno, spero che il mondo possa ricordarla per ciò che è stata e ha fatto“.