Politica

Nuove polemiche sull’asse Lega-Forza Italia. Salvini: “Molti parlamentari pensano solo al loro seggio”. I berlusconiani: “Basta insulti”

Il leader del Carroccio ha attaccato i tentativi di tornare a una legge elettorale proporzionale, prendendosela con "la stragrande maggioranza dei parlamentari", che "attualmente ha come unico orizzonte temporale il proprio collegio a marzo 2023". Brunetta: "I parlamentari lavorano bene". La senatrice Modena: "Credo che sarebbe ora di smetterla di insultare i parlamentari". E Brunetta: "I parlamentari lavorano bene"

A neanche 48 dal vertice convocato nella villa romana di Silvio Berlusconi tra i big di Lega e Forza Italia, Matteo Salvini riaccende la miccia della polemica all’interno del centordestra. Il leader del Carroccio ha attaccato i tentativi di tornare a una legge elettorale proporzionale, prendendosela con “la stragrande maggioranza dei parlamentari“, che “attualmente ha come unico orizzonte temporale il proprio collegio a marzo 2023“. “L’altro giorno -dice Salvini- ho portato la questione anche al tavolo di Berlusconi, perché la voglia di proporzionale, di confusione e di mandare la palla in tribuna da parte di qualcuno c’è. Mi riferisco ai grandi centri, ai centroni, ai centrini e ai centretti…. C’è bisogno di chiarezza”, perché “chi vince vince, chi perde perde”.

Il riferimento ai “grandi centri, ai centroni e a centrini” ha sollecitato le repliche dei parlamentari di Forza Italia che criticano l’appiattimento della linea di partito sulle posizione più a destra della coalizione, sacrificando una posizione più moderata. Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, replica direttamente a Salvini spiegando che dalla sua esperienza “di questi otto mesi di governo non posso che dare un giudizio straordinariamente positivo del lavoro dei parlamentari tutti, sia di maggioranza che di opposizione”. Una risposta al leader della Lega visto che Brunetta dice che “tutti i provvedimenti, senza esclusione alcuna, in questi 8 mesi -e sono stati tanti- sono stati tutti migliorati ampliati, completati, sostanzialmente resi più giusti ed efficaci. Tutto ciò grazie al lavoro, lo ripeto ancora una volta, di tutti i parlamentari, che, evidentemente, si preoccupano più della loro responsabilità nei confronti del Paese, che del loro seggio e di questo ne va dato atto”. Il ministro non interviene direttamente invece sul tema della legge elettorale. “Io, da presidente del Gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera -dice – ho voluto fermamente il Rosatellum. Dichiaro in ogni caso, però, che le leggi elettorali sono figlie del momento storico e del momento politico in cui vengono decise”. Da Forza Italia replica a Salvini anche la senatrice Fiammetta Modena. “Credo che sarebbe ora di smetterla di insultare i parlamentari che stanno lavorando a pieno ritmo: hanno una visione che è quella del Governo Draghi, lo sostengono con il proprio voto e soprattutto con il proprio lavoro in Parlamento. Non serve a niente e a nessuno continuare a denigrarli, descriverli come inutili soggetti che pensano solo a se stessi, alla sopravvivenza”.

E a proposito dei “centrini” citati da Salvini, Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia, dice : “Capisco che il sistema maggioritario può essere utile a Salvini e a Meloni, leader sovranisti e allergici all’Europa, perché in quel modo, dietro la foglia di fico di Forza Italia, possono farsi sdoganare in Europa”. Secondo Napoli, però, “il sistema maggioritario, una volta in crisi le maggioranze, ha sempre partorito governi tecnici: Dini, Monti e Draghi. Il sistema proporzionale -aggiunge- ha due grandi vantaggi per i parlamentari e due grandi handicap per i leader: primo, con il sistema della preferenza si toglie ai leader il potere di nominare i parlamentari e si restituisce agli elettori la facoltà di scegliere da chi essere rappresentati; secondo, costringe i partiti a togliersi la maschera e a indicare con chiarezza la linea politica”. Quindi Napoli provoca: “Provino Salvini e Meloni a chiedere il voto per uscire dall’Europa o per associare l’Italia ai Paesi di Visegrad, e vedano se continuano ad avere il 20%”.