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Di Battista comincia il suo tour da Siena: “L’operazione Draghi è stata fatta per portare avanti interventi di macelleria sociale”

L'ex deputato comincia il suo giro del Paese dalla città segnata dal caso Monte paschi. E attacca l'esecutivo: "Il reddito di cittadinanza, così decisivo durante l’emergenza pandemica, iniziano a smantellarlo, così come il decreto dignità, il cashback, il Superbonus , la riforma Bonafede e, di fatto, la riforma della riforma Fornero". E sul Colle dice: "Circolano nomi drammatici, come quello di Gentiloni"

Dice che non è una discesa in campo, ma di sicuro è un’operazione di opposizione – seppur fuori dal Parlamento – al governo di Mario Draghi. Parte da Siena il tour in giro per l’Italia di Alessandro Di Battista, l’ex deputato del Movimento 5 stelle ultimamente molto critico con la linea del Movimento. “Fondamentalmente l’operazione sul governo Draghi è stata fatta per portare avanti interventi di macelleria sociale: un pò alla volta, non tutti insieme. E mentre il popolo viene distratto da altre questioni come il green pass”, dice l’ex parlamentare nel corso dell’evento organizzato per parlare del caso Monte dei paschi di Siena.

In realtà ha parlato anche di molto altro. Sul palco insieme al deputato ed ex sottosegretario Alessio Villarosa, Di Battista ha spiegato che dal suo punto di vista “il governo Conte uno, nonostante la Lega, ha fatto misure migliori”. Invece l’attuale esecutivo sta smontando tutte le riforme fatte dai 5 stelle. “Il reddito di cittadinanza – dice – così decisivo durante l’emergenza pandemica, iniziano a smantellarlo, facendo ad esempio in modo che una parte se lo prendano anche le aziende che assumono , ma anche quelle che assumono part time e a tempo determinato”. A questo proposito ha citato anche “il decreto dignità che è stato smantellato così come è stato smantellato il cashback, il Superbonus , la riforma Bonafede e, di fatto, la riforma della riforma Fornero, che quindi ora sta tornando. Tutto torna”. L’ex parlamentare ha aggiunto di essere spaventato “dall’assenza dell’opposizione e la guerra tra poveri. Perchè dov’è l’opposizione? La Meloni stessa ha proposto Draghi come presidente ella Repubblica. Ruolo per cui circolano nomi drammatici. Come quello di Gentiloni“.

Di Battista ha poi spiegato di essere “uscito dal M5s perché io non ho cambiato la linea, i vertici del Movimento l’hanno cambiata e sono convinto che se il M5s avesse tenuto la barra dritta oggi Draghi non sarebbe premier. Fatto sta però che loro hanno preso altre decisioni”. Secondo l’ex parlamentare “il popolo è dilaniato: prima esisteva un contenitore nato dalla genialità di Beppe e Gianroberto. E facile rifarne un altro? Io credo che la cosa più facile sia riavvicinarsi, rincontrarci, il vero tour lo stiamo ancora organizzando e penso che dovremo farlo nelle piazze. Penso che ci sia tanta brava gente che non abbassa la testa e capisce che è in corso la santificazione di chi smantella i diritti sociali ed economici”.

Curiosamente, su alcuni passaggi del suo intervento, Di Battista ha raccolto la condivisione di Mario Monti, non esattamente un politico vicino alle sue posizioni. “Di Battista ha ragione c’è una eccessiva deferenza intellettuale di tutti verso il governo e il suo presidente del consiglio ma la colpa non è del premier ma nostra se riteniamo che debba cessare il dibattito solo in ammirazione di un capo del governo di straordinaria capacità e credibilità”, ha detto l’ex premier a In Onda su La7. “Nel denunciare gli squilibri gravissimi che ci sono Di Battista ha ragione ma credo che abbia torto ad attribuirli semplicisticamente a chi governa in un anno in un certo paese, ma anche io sono sorpreso che nella civiltà del dibattito parlamentare quando ad esempio il segretario del Pd Letta ha ipotizzato interventi sull’imposta di successione gli sia stato detto dal presidente del consiglio che non si può fare”.