Cronaca

Covid, report sulle scuole di Gimbe: “Rendere pubblici i dati dei test nelle classi sentinella. Tenere alta la guardia in vista dell’inverno”

L'analisi della Fondazione parte da una rassicurazione: non c'è ad oggi un "effetto scuole". Ma si sottolinea la mancanza di screening sistematico e come il distanziamento di un metro sia regolamentato da "un obbligo flessibile" che "lo rende inapplicabile" nelle 'classi pollaio'. Con il 27% della popolazione 12-19 anni ancora 'scoperta', la stagione invernale e l'aumento di casi "non ci sono le condizioni di sicurezza per abbandonare la mascherina in aula"

Lo screening periodico sistematico previsto solo in scuole sentinella “di cui mancano i dati pubblici” e il distanziamento di un metro regolamentato da “un obbligo flessibile” che “lo rende inapplicabile” nelle ‘classi pollaio’. E così, con il 27% della popolazione 12-19 anni (pari a 1.243.466 di ragazzi) ancora ‘scoperta’ (il 43,8% nella Provincia di Bolzano) e il 6% del personale scolastico che non si è vaccinato, con la stagione invernale alle porte e l’aumento di nuovi casi “non ci sono le condizioni di sicurezza per abbandonare la mascherina in aula”. È questa la fotografia scattata dalla Fondazione Gimbe nel report sulla sicurezza Covid-19 nelle scuole, in cui si evidenzia anche come siano state destinate “troppe risorse per la disinfezione delle superfici” e “pochissime per sistemi di aerazione e ventilazione”. L’analisi di Gimbe parte da una rassicurazione: non c’è ad oggi un “effetto scuole” ma si sottolinea come i focolai segnalati “invitano a tenere alta la guardia”.

Quasi 9mila casi in 15 giorni, in diminuzione – Secondo i dati del report settimanale dell’Istituto superiore di sanità nel periodo 4-17 ottobre 2021, sono stati diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni 8.857 casi, di cui 99 ospedalizzati, 3 ricoveri in terapia intensiva e nessun decesso, con una progressiva riduzione – nelle ultime 4 settimane considerate dal report Iss – dell’incidenza dei casi di Covid 19 e delle ospedalizzazioni. “Questi dati – afferma Renata Gili, responsabile Gimbe sella Ricerca sui Servizi sanitari – dimostrano che sinora non si è verificato il temuto ‘effetto scuole’, sia grazie alla vaccinazione di studenti e personale scolastico, sia per la progressiva copertura vaccinale della popolazione generale: la conseguente riduzione della circolazione virale si riflette in ambito scolastico, anche negli alunni under 12 per i quali non ci sono ancora vaccini autorizzati. Un motivo in più per raggiungere il maggior numero possibile di persone non vaccinate e accelerare la somministrazione delle terze dosi”. Un monito che arriva all’indomani dell’ok del comitato consultivo della Fda negli Stati Uniti alla raccomandazione del vaccino per i bambini nella fascia 5-11 anni.

Screening periodico e distanziamento La Fondazione pone l’accento anche sul piano di monitoraggio della circolazione del coronavirus Sars-Cov-2 nelle scuole e ricorda come non preveda uno screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolge circa 110mila studenti delle cosiddette “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma – come rilevato dal report dell’European Centre for Disease Control and Prevention – con una bassa sensibilità (53-73%) in età pediatrica, peraltro condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda che sia effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta. Per questo Gimbe chiede che vengano resi pubblici i dati provenienti dai test di screening, oltre che il numero di studenti e classi progressivamente messi in quarantena. Sul distanziamento di almeno un metro Gimbe rileva che è una sorta di “obbligo flessibile” dove le classi sono particolarmente numerose.

Cartabellotta: “Rischio l’abbandono di mascherine” – Anche per questo “fino a quando il tasso di copertura vaccinale fra studenti, personale scolastico e popolazione generale non avrà raggiunto percentuali più elevate – dice il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – anche considerando che nelle ultime due settimane il 60% dei casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni si è verificato negli under 12, l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti immunizzati è troppo rischiosa, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare, potenzialmente, il rischio di discriminazioni”. Gimbe infine sottolinea come si investa molto nelle “procedure di disinfezione delle superfici e pochissime nei sistemi di aerazione e ventilazione”. Il decreto che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso “non è specificata nel Dl 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al mantenimento delle finestre aperte, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività, che non può non essere condizionata dalle condizioni metereologiche”.

“Mantenere alta l’attenzione” – Con la stagione invernale alle porte e l’evidente risalita dei nuovi casi nell’ultima settimana è “indispensabile – scrive Gimbe – mantenere alta l’attenzione sulle scuole dove, per le numerose criticità rilevate, i focolai segnalati dimostrano che l’equilibrio è instabile”. Oltre a puntare alle massime coperture vaccinali sia di personale scolastico e studenti di età superiore a 12 anni, sia di popolazione generale, “occorre parallelamente potenziare gli screening periodici sistematici e implementare – conclude Cartabellotta – interventi di sistema che garantiscano un’adeguata aerazione e ventilazione dei locali scolastici: in particolare nella fascia under 12 dove non sono disponibili i vaccini e in quella under 6 dove non sono utilizzabili nemmeno le mascherine e il distanziamento è sostanzialmente inapplicabile”.