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Partorisce bimbo di 6,4 chili: “Una benedizione dopo 19 aborti. Ogni perdita mi spezzava il cuore”

"Il motivo per cui ho avuto 19 aborti spontanei è dovuto al mio disturbo della coagulazione del sangue e ai fibromi", il racconto di Cary Patonai, finalmente con il proprio bimbo in braccio

Mai visto un neonato così“, questo il commento del ginecologo del Banner Thunderbird Medical Center di Glendale, nello Stato dell’Arizona. Il bimbo in questione si chiama Finnley, alla nascita misurava 60,96 centimetri per 6,4 chili di peso, ed è già diventato una celebrità in tutta la città. La sua storia ha avuto una risonanza mediatica impressionante, anche perché dettata da una situazione molto delicata che i genitori Cary e Tim Patonai hanno dovuto affrontare. Stando a quanto riportato da numerose testate internazionali tra cui il New York Post e Fox News, la coppia ha già due figli di 10 e 2 anni. L’arrivo del terzogenito (il 4 ottobre scorso) è stato definito da loro stessi “una benedizione“. Dalla nascita di Everett avvenuta due anni fa a quella di Finnley, Cary ha infatti perso due bambini. Prima della nascita del secondogenito la donna ha sofferto invece altri 17 aborti spontanei, portando a 19 il numero delle interruzioni di gravidanza subite. “É stato traumatico per l’intera famiglia, specialmente per il nostro figlio maggiore. Ogni perdita mi spezzava il cuore“, ha dichiarato la donna.

Patonai era incinta di 38 settimane quando ha dato alla luce il suo terzogenito: “Era così grande e in più avevo quasi il doppio del liquido amniotico, la pancia era davvero grande. Tuttavia, rifarei tutto da capo”, ha commentato lei. “Il motivo per cui ho avuto 19 aborti spontanei è dovuto al mio disturbo della coagulazione del sangue e ai fibromi. È stato oltremodo difficile da superare”, ha continuato a spiegare. Finnley, dopo il parto cesareo, ha trascorso otto giorni in terapia intensiva neonatale a causa di alcuni problemi respiratori, ma ora è a casa con la sua famiglia.

Una nascita che si carica dunque di un forte valore anche simbolico, che Cary ha voluto sottolineare: “Penso che sia importante che le altre persone sappiano che c’è speranza dietro tutte quelle porte chiuse e che non sono sole mentre stanno attraversando i loro momenti difficili”, ha detto. “Ogni donna ha un percorso diverso dall’altro, alcune sono più facili e altre più difficili. Ciò che conta è che ci sosteniamo a vicenda, con amore, cura e rispetto”, ha infine concluso.