Cronaca

Covid, l’infettivologo Matteo Bassetti: “Chi nega i morti del virus è come i terrapiattisti”

In un post su Instagram il professore del San Martino di Genova si è scagliato contro chi sottostima il numero dei decessi: "Mi vergogno di vivere in un Paese in cui c'è qualcuno che guarda i report dicendo che su 130mila morti solo 3mila sono morti per Covid". Riguardo al futuro però si è detto positivo: "Oggi con i vaccini è tutto diverso e la situazione ospedaliera è sotto controllo"

“Fate tacere questi terrapiattisti e negazionisti. Non se ne può più dei loro discorsi – sul Covid 19 e le sue vittime -. Generano odio, confondono la gente, mistificano la realtà e non portano da nessuna parte”. Questo lo sfogo su Instagram di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Nonostante ai numeri si debbano valutare con cautela – “soprattutto quelli del primo periodo” – “mi vergogno di vivere in un Paese in cui c’è qualcuno che guarda i report dicendo che su 130mila morti solo 3mila sono morti per Covid”. Anche se non bisogna abbassare la guardia sul virus e sulla sua mortalità, l’infettivologo è speranzoso sull’evoluzione della pandemia: “Con i vaccini è tutto diverso”.

Intervistato da Adnkronos Salute, Bassetti ha rassicurato sul lieve incremento settimanale dell‘indice Rt e dell’incidenza del virus: “Non deve preoccupare. Certo sono dati su cui vigilare, ma guardiamo gli ospedali dove i reparti Covid sono quasi vuoti”. La percentuale di persone sopra i 12 anni vaccinate con almeno una dose – circa l’85% – e l’immunità di chi ha contratto l’infezione ci pone “in grande sicurezza e manca poco alla certezza – poi aggiunge – se poi ci mettiamo che arriverà a brevissimo l’ok dell’Agenzia europea del farmaco per il vaccino nei bambini di 5-11 anni, nei prossimi 2-3 mesi siamo in assoluta sicurezza“.

Oggi la situazione è nettamente diversa dalla prima fase dello scorso anno, in cui l’incidenza era rilevante, perché nessuno era vaccinato. Allora “avere tanti casi significava avere anche molti malati gravi, ricoveri in terapia intensiva e decessi”. Ora invece – rimarca il professore – l’indice Rt “sicuramente va guardato, ma ci sono stati altri momenti in cui è cresciuto, come sta accadendo anche con l’incidenza, a fronte comunque di una situazione ospedaliera sotto controllo”. “Dobbiamo cambiare il modo di guardare a questa infezione – analizza – Vanno tenuti sotto osservazione i ricoveri in ospedale, dove mi pare che la situazione sia assolutamente gestibile senza bisogno di aprire nuovi reparti o di mettere risorse sul Covid spostandole da altre patologie“. Bassetti però non dimentica i problemi che potrebbero arrivare nel prossimo futuro: “Ci aspettano i mesi freddi dove avremo un incremento in generale delle malattie respiratorie, l’influenza e il Covid potrebbero tirare di nuovo su la testa, ma non credo – conclude – che arriveremo a vedere i numeri del passato”.