Politica

L’asse Renzi-Berlusconi parte dalla Sicilia: il leader di Iv incontra Micciché e sigla un patto per liste (e gruppi) comuni con Forza Italia

L'ex segretario del Pd ha incontrato il presidente dell'Ars in un ristorante stellato di Firenze a ridosso delle amministrative. L'intesa partirà con un intergruppo all'Ars e punta a liste comuni per le comunali a Palermo e le regionali del 2022. Ma punta chiaramente a Roma

Un abbraccio tutto siciliano tra Italia Viva e Forza Italia. Un vero e proprio accordo politico è stato, infatti, siglato tra Matteo Renzi e Gianfranco Micciché, leader dei berlusconiani sull’Isola. Un’intesa – rivelata da La Sicilia, e che nessuno dei due partiti ha smentito – raggiunta durante un incontro tra i due politici in un ristorante stellato di Firenze a ridosso delle amministrative. Una cena prenotata da Micciché e pagata da Renzi che ha sugellato l’abbraccio tra Italia viva e Forza Italia. Così, 11 anni dopo l’incontro tra l’allora sindaco di Firenze e Silvio Berlusconi, il connubio sull’asse Rignano-Arcore sarà a breve ufficializzato in Sicilia, che si conferma ancora una volta spregiudicato laboratorio politico su scala nazionale.

Per cominciare l’accordo prevede la nascita di un intergruppo all’Assemblea regionale tra i forzisti e Italia Viva. Un’alleanza – ma al momento non una fusione– tra Renzi e Miccichè posta a freno delle ingenti perdite subite in Sicilia da Italia viva a favore della Lega. Lo scorso luglio sull’isola, infatti, Renzi perdeva il consigliere regionale, Luca Sammartino, recordman di preferenze (accusato in due differenti processi di corruzione elettorale), e la compagna, la senatrice Valeria Sudano, erede di una delle famiglie più note della politica catanese: il padre Enzo, sindacalista della Cisl, è stato assessore provinciale nella giunta di Nello Musumeci, attuale presidente della regione, mentre lo zio Domenico è stato senatore per il Ccd. A loro si è aggiunto il deputato palermitano, Francesco Scoma, già berlusconiano di lungo corso, poi passato con Italia viva e infine approdato al Carroccio lo scorso settembre.

Un drenaggio verso la Lega, che ha indebolito il partito di Davide Faraone, storico viceré siciliano di Renzi, coordinatore regionale di Italia viva. Poco dopo gli ultimi pesanti abbandoni, l’ex segretario del Pd è arrivato sull’isola per presentare il suo nuovo libro. E proprio al termine di questo tour, Renzi ha incontrato Micciché all’enoteca Pinchiorri (tre stelle Michelin), a Firenze. Qui è stata siglata un’alleanza per il prossimo anno elettorale siciliano che comincerà con le amministrative di Palermo e finirà con le regionali. Il primo appuntamento sarà in primavera, quando alle comunali nel capoluogo sarà testato per la prima volta l’asse Fi-Iv: si parla addirittura di liste uniche. Se andrà bene, saranno superati gli argini tra i due gruppi per presentare liste comuni pure aalle regionali. E chissà che in futuro la fusione non possa partire dell’Ars, dove attualmente Forza Italia contra 13 deputati (il secondo gruppo, dopo quello del M5s che ne conta 15) e Italia viva 3 (insieme a Sicilia Futura, il partito da cui vengono due dei tre consiglieri, Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo).

Anzi pare che i renziani in consiglio regionale potrebbero a breve cambiare nome in “Italia Viva-Sicilia futura azzurra”: un tocco di colore berlusconiano per ratificare l’intesa. D’altra parte in Sicilia l’apparentamento tra renziani e Forza Italia era nell’aria già prima che nascesse Italia Viva, quando Renzi era ancora nel Partito democratico. Era, infatti, l’ottobre del 2018 quando dal palco palermitano della “Faraona”, la kermesse in stile della Leopolda voluta da Faraone, Micciché annunciava di volere trovare una sintesi con i renziani per superare i populismi. È passato qualche anno, ma alla fine il patto tra renziani e berlusconiani. E da Palermo guarda a Roma.