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Verissimo, Samy Youssef: “Sono arrivato in Italia su un gommone dall’Egitto, pensavo di morire. Sono andato al Gf Vip per lanciare un messaggio ai migranti”

Il giovane modello di origini egiziane ma dal marcato accento romano, fresco di eliminazione al Grande Fratello Vip, ha parlato inizialmente della sua esperienza nella Casa più spiata d'Italia e poi ha raccontato per la prima volta la sua drammatica storia di migrante arrivato in Italia con un gommone, dopo un lungo viaggio della speranza

È un racconto da brividi quello fatto da Samy Youssef a Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo. Il giovane modello di origini egiziane ma dal marcato accento romano, fresco di eliminazione al Grande Fratello Vip, ha parlato inizialmente della sua esperienza nella Casa più spiata d’Italia e poi ha raccontato per la prima volta la sua drammatica storia di migrante arrivato in Italia con un gommone, dopo un lungo viaggio della speranza. “Non mi aspettavo di essere eliminato dal Grande Fratello Vip, stavo facendo un bel percorso – ha esordito Samy -. Ho litigato con Soleil Sorge ed Alex Belli e i loro fan mi hanno votato contro”.

Poi ha iniziato a ripercorrere la sua vita, dall’infanzia difficile fino al drammatico momento della partenza: “Ho avuto una vita dura. Sono cresciuto senza i miei genitori perché mio padre faceva il carpentiere e lavorava 13 ore al giorno – ha confidato a Silvia Toffanin -. La mamma si svegliava all’alba ogni giorno. Faceva 3 chilometri a piedi per raggiungere il primo mezzo nel buio, poi faceva 3 ore in treno per raggiungere la città dove lavorava. Facevamo la doccia in un pentolone, non avevamo un bagno. Lei prendeva quel pentolone, lo caricava di frutta e verdura e andava a bussare nelle case per venderla e farci mangiare. L’ho vista piangere tantissime volte. Lei lo faceva per noi. Quando le mando dei soldi, si mette a piangere perché preferisce li tenga io. Ha sofferto tantissimo nella sua vita, è il minimo che io possa fare”.

A 15 anni, Samy Youssef ha deciso di partire per l’Italia: “A mia madre ho detto che avrei raggiunto uno zio, aveva perso già due figlie, morte da piccole. Una investita, l’altra per una febbre alta, la mamma non ha fatto in tempo a portarla dal dottore che era a 3 ore di macchina. È morta per strada”. Così è iniziato l’incubo: “Sono stato portato nel deserto per 15 giorni, in uno stanzino con 60 persone senza poter aprire le finestre. Non era legale, se lo avesse saputo la polizia ci avrebbe arrestati. Dopo 15 giorni, ci hanno caricato in un camion come fossimo pecore, ci hanno buttato un telo di sopra. Poi si prendeva un gommone, che portava in un barcone in mezzo al mare. Era la prima volta che vedevo il mare in vita mia. Faceva freddo. Appena ho visto il mare, mi sono messo a correre nel deserto. Ero spaventato. Ho pensato: ‘Qui muoio’. Non so nuotare. Poi salgo sul gommone. Mi ci hanno messo con la forza. Eravamo 20 persone, quando ne poteva caricare 4. Non potevo neanche respirare, perché rischiavo di cadere in mare e morire”.

Giorni drammatici che ha ricordato con la voce rotta dall’emozione: “Sono stato tutto il tempo a vomitare, mi girava la testa. Il terzo e quarto giorno capitò un’onda altissima, avevamo perso la speranza. Pensavo di morire, non pensavo di riuscire ad arrivare in Italia. Chiedevo aiuto, ma tutti pensavano a loro stessi. Ho bevuto un sacco di acqua salata, ma quando sono arrivato sulla spiaggia, sono scoppiato a piangere dalla gioia e dalla paura. Da 60 siamo arrivati in 20. Solo i minorenni sono rimasti. Io sono stato messo in una casa famiglia a Catania”. Oggi quel sacrificio è stato ripagato perché in Italia ha trovato la sua strada, oltre che il successo: “Mi sembra di vivere un sogno. Proprio per questo ho voluto partecipare al Grande Fratello Vip: dovevo lanciare un messaggio a tutti coloro che stanno vivendo tutto quello che ho vissuto io. Se continuate a crederci, la vita vi premierà