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Enrico Ruggeri: “Mi rivedo nei Maneskin. Il tempo è galantuomo: vedo Achille Lauro e aspetto”

Il cantautore al Corriere della Sera: "Io di destra? Sono una persona libera. Per primo ho parlato di pena di morte e di trans. Ho fatto politica senza entrare nel salotto buono degli intellettuali o colleghi di sinistra"

“Gli artisti vanno giudicati in 30-40 anni, altrimenti si prendono delle cantonate enormi. Oggi tendiamo a confondere l’idea con la trovata. L’idea è una cosa che stupisce. La trovata è effimera. Se adesso vado in Corso Garibaldi a recitare una poesia ha un senso. Se ci vado a cavallo vestito da Napoleone a recitare la stessa poesia, questa passerà in secondo piano e avrà una valenza mediatica diversa. Il mascheramento è una trovata, la poesia è un’idea. Come si distingue una dall’altra? Ci pensa il tempo. Che è galantuomo. Vedo Achille Lauro e aspetto“. Come un fiume in piena Enrico Ruggeri, durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera a pochi giorni dalla consegna – il 21 ottobre – del Premio Tenco alla Carriera.

L’artista ha poi parlato della nuova generazione dei cantanti, soffermandosi sui Maneskin, la band rivelazione dell’anno. “Finalmente vedo dei ragazzi che, come me agli esordi, passano la vita in cantina a provare e non andare a caccia di follower in Rete. Io non amo il prossimo mio come me stesso. Però il prossimo mi interessa molto e soprattutto parto dal presupposto che sulla vita di ogni essere umano puoi fare un film, scrivere un romanzo. Insomma, la vita della gente è sempre interessante se la sai leggere. Quindi io racconto storie. Inizialmente l’ho fatto solo con le canzoni poi ho continuato con libri, radio e tv”.

Infine, una battuta sulla politica: “Io di destra? Respingo al mittente l’accusa. Sono una persona libera: sono stato il primo a parlare di pena di morte, il primo, nel 1991, a scrivere una canzone intitolata ‘Trans’. Ho scritto del disagio mentale, della detenzione. Ho fatto politica senza entrare nel salotto buono degli intellettuali o colleghi di sinistra. Politica viene da polis e io ho raccontato molto dell’aggregazione, della comunicazione, delle difficoltà”.