Economia & Lobby

Ita, a sei giorni dal via ancora ufficialmente ignoti nome, simbolo e colori. Che saranno gli stessi di Alitalia

Ma ci sarebbe un accordo ponte con Alitalia per l'uso temporaneo del logo della compagnia. Il ministero del Tesoro ha versato 700 milioni di euro nelle casse di Ita, risorse che consentiranno di passare alla fase operativa. L'amministratore delegato di Ita Lazzerini annuncia un'offensiva contro gli incentivi alle low cost erogati dagli aeroporti

Come si chiamerà la nuova compagnia di bandiera? Che logo avrà? Quali colori? Lo scopriremo solo tra 6 giorni perché per ora tutti fanno finta di non saperlo. Lo ha spiegato oggi l’amministratore delegato di Ita Fabio Lazzerini che a margine di un convegno a Milano ha affermato: “Ita parte tra 6 giorni e le date di gestione della gara che state vedendo sono a ridosso della nostra partenza. Non sappiamo ancora come ci chiameremo ma risolveremo la questione nei prossimi giorni e il 15 lo scoprirete“. “Domani – ha spiegato – iniziamo a comunicare con lo spot di annuncio della compagnia: qualche biglietto dobbiamo cercare di venderlo e siamo costretti a partire con un video che non è ancora targato con un brand”.

Nel frattempo Ita ha ricevuto 700 milioni di euro dal ministero del Tesoro per passare alla fase operativa. E ci sarebbe un “accordo ponte” per il temporaneo utilizzo del logo Alitalia in attesa dell’aggiudicazione vera e propria del marchio. La prima gara per il simbolo Alitalia (base d’asta 290 milioni di euro) è andata infatti deserta. Quindi si dovrà procedere ad una seconda gara con offerte ribassate. “Nella seconda fase” del processo di vendita del marchio Alitalia “abbiamo fatto quello che dovevamo fare, non si può dire quello che abbiamo fatto, ma qualcosa abbiamo fatto: abbiamo preso le nostre decisioni“. Lo ha detto l’ad di Ita, Fabio Lazzerini, a margine di un convegno a Milano sul trasporto aereo, parlando dell’interesse per il marchio dell’ex compagnia di bandiera. Il debutto è fissato per venerdì prossimo con un volo Milano- Roma con codice AZ, lo stesso di Alitalia.

Lazzerini ha ribadito il disaccordo di Ita sul “valore d’asta” iniziale di 290 milioni. “Mi sembra che il mercato abbia dimostrato che nessuno era d’accordo su quel valore, visto che nessuno ha risposto alla gara”. Questo non significa che il marchio valga zero: “un valore – ha spiegato – ce l’ha di sicuro, è un marchio storico, è un marchio conosciuto, con i pro e i contro, con una storia gloriosa ma anche una storia di qualche inciampo, e tutto questo va considerato”. Il fatto che abbia un valore, ha aggiunto Lazzerini, non significa che Ita abbia riformulato un’offerta: “possiamo anche aver deciso che ha un valore ma non aver fatto un’offerta”.

Offensiva contro gli incentivi alle low cost – Lazzerini pigia poi il tasto dolente delle low cost, compagnie a basso costo a cui l’Italia ha dato moltissimo spazio, soprattutto per decisione del governo Monti. Una politica diversa da quelle di Germania e Francia che hanno invece scelto di tutelare i vettori nazionali tenendo le low cost fuori dagli aeroporti principali. L’amministratore delegato di Ita ha preannunciato “un’offensiva” contro gli incentivi alle low cost. “La concorrenza è bella ma le regole devono essere uguali per tutti. Non si può chiamare il vettore nazionale d’inverno quando il tuo aeroporto non è collegato e poi d’estate si danno i soldi alle low cost”, ha spiegato. “Ci sono esempi che io trovo imbarazzanti: vettori che aprono a giugno con taglio del nastro con il presidente dell’aeroporto e della regione, se ne vanno a settembre, tornano a giugno stessa cerimonia, tornano il terzo anno stessa cerimonia all’inizio di giugno. E da ottobre a giugno chi li collega gratuitamente? Questo è un punto di domanda forte da farsi come Paese”, si è lamentato Lazzerini.

“Quando si sente dire ‘i soldi buttati nel vettore prima e i soldi investiti nel nuovo vettore” occorre ricordarsi che “sono soldi dei cittadini e dello Stato anche quelli che vanno a finire come incentivi aeroportuali e incentivi delle regioni”, regioni “che per mettere un banner che quasi non trovi nelle pagine dei siti, anche oggettivamente brutti, di alcuni vettori low cost spendono milioni”.

Hub a Fiumicino. Linate fondamentale – Ita avrà il suo “hub a Fiumicino”, considera Linate “strategica”, con l’obiettivo di collegarla “il più possibile“, mentre “nel nostro piano Malpensa in questo momento ha solo New York” che è comunque “un volo importante” e “giornaliero”. ha detto Fabio Lazzerini. Strategicamente non puoi far partire una compagnia aerea nazionale senza presidiare” Linate che “è un aeroporto fondamentale sia per il nostro business sia in vista dell’alleanza” in quanto “una presenza forte su Linate è uno degli asset importanti che abbiamo da offrire” al futuro partner industriale. Per quanto riguarda Malpensa Ita sta valutando di farne una “base per i cargo: un’operazione che non vedrà Ita da sola e penso che avremo bisogno di un’alleanza con un player forte sul cargo, che è settore che sta andando molto bene”.

Le alleanze, Lufthansa in pole – “Il tedesco mi piace, lì il mercato è aperto”. Risponde con una battuta Fabio Lazzerini, a chi chiede, se non fosse il caso di imparare il tedesco, alla luce del fatto che Lufthansa appare il candidato forte in vista di un’alleanza strategica con Ita, il vettore italiano che sorgerà dalle ceneri di Alitalia. Per individuare un partner strategico, ha continuato il manager, “iniziamo il processo con l’advisor esterno in modalità tipica internazionale di M&A a partire dal 16 ottobre. L’alleanza vorremo chiuderla per poter avere a giugno dell’anno prossimo una collaborazione abbastanza forte. La ripresa del traffico avverrà con l’inizio dell’estate e vorremmo essere pronti con un’alleanza stabile”. Sulla natura dell’alleanza, commerciale o azionaria, “vedremo”.