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Lino Banfi: “Ho venduto dei Rolex falsi ai napoletani. Imbrogliare loro non è facile, ne vado fiero”

L’episodio al quale allude, fa riferimento all’epoca della sua giovinezza quando - ancora non era il Banfi di successo che oggi tutti conosciamo - doveva “escogitare” soluzioni particolari per vivere la vita quotidiana, racimolando così dei piccoli guadagni

Non finisce mai di sorprendere Lino Banfi. L’attore 85enne originario di Andria in Puglia, nei giorni scorsi, in occasione del premio San Gennaro a Napoli, ha rilasciato una dichiarazione inaspettate a “Il Mattino”, approfittandone di trovarsi proprio nella città partenopea. “Questa non l’ho mai detta a nessuno”, afferma il popolare attore sempre attivo nel mondo del cinema e della televisione. L’episodio al quale allude, fa riferimento all’epoca della sua giovinezza quando – ancora non era il Banfi di successo che oggi tutti conosciamo – doveva “escogitare” soluzioni particolari per vivere la vita quotidiana, racimolando così dei piccoli guadagni. “Da giovane, per fare qualche lira, ero in miseria, riuscii a vendere Rolex falsi ai napoletani. Io e un amico ci travestivamo da ufficiali americani, fermavamo le persone, raccontavamo che ci avevano derubato e non avevamo soldi. Solo un orologio, prezioso, da scambiare. Su dieci, otto ci mandavano a cogliere fichi, due ci cascavano. Ne vado fiero…Imbrogliare i napoletani non è facile”.

Il popolare Nonno Libero di “Un Medico in Famiglia”, così, dopo tanti è riuscito a raccontare un aneddoto nascosto della sua vita privata. Nonostante questo, non cambia la sua generosità e la simpatia che da sempre lo contraddistinguono. Simpatia che non è riuscito a perdere neppure nei mesi scorsi quando è stato al centro di una polemica che ha coinvolto il Movimento Italiano Genitori. Il Moige, infatti, ha intimato una compagnia telefonica di cui Lino Banfi era testimonial a censurare una delle sue espressioni più celebri, perché ritenuta poco consona e volgare. L’attore, dal canto suo, ha replicato che sono gli stessi genitori dei bambini, quando lo incontrano per strada, a suggerire ai loro figli di scherzare con l’imitazione di “po*ca p***ena” che altro non è che una colorata imprecazione in vernacolo pugliese del tutto innocente e simpatica.