Politica

Il nuovo M5s lavori con più forza per i beni comuni: contro la politica elitaria, torniamo a parlare con i movimenti per l’acqua pubblica

A 10 anni dal referendum e a 12 anni dalla nascita del M5s bisogna imboccare con più forza la strada dei beni comuni ora che è diventato il nostro primo valore. Per questo ho letto con interesse l’appello lanciato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Pubblica che accende un faro ed una voglia di partecipazione dal basso sul Pnrr che deve rilanciare una stagione dei diritti, a difesa dell’acqua e dei beni comuni. Né il Pnrr può diventare un grimaldello per le privatizzazioni del Sud Italia mentre costruire protagonismo per il Mezzogiorno d’Italia.

Un rinnovato percorso di mobilitazione con la “carovana dell’acqua” nei mesi di ottobre e novembre lanciato dal Forum risponde anche alle parole di Giuseppe Conte che in ogni piazza ha incitato i cittadini ad una partecipazione attiva sul Pnrr per promuovere proposte e svolgere con il M5S azioni di controllo per garantire che i centinaia di milioni che arriveranno in Italia siano realmente spesi per il Bene Comune.

Il nuovo M5s riparte scegliendo come prima stella nella propria carta di Principi e Valori quella dei Beni comuni. Dallo statuto di legge “Essi costituiscono una particolare tipologia di beni pubblici su cui nessuno può vantare pretese esclusive. Appartengono a tutti e a nessuno, il loro godimento è diffuso e la loro gestione richiama processi partecipativi e inclusivi delle comunità. L’acqua, l’aria, le foreste, i ghiacciai, i tratti di costa che sono riserva ambientale, la fauna e la flora, i beni culturali: sono beni che devono essere difesi e custoditi anche a beneficio delle generazioni future”.

E’ chiaro quindi che una mobilitazione che apre un confronto permanente sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è fondamentale, come è fondamentale ritornare a dialogare attivamente con i corpi sociali autonomi nel Paese come i Movimenti per l’Acqua Pubblica con cui il M5s deve costruire un dialogo permanente: sarebbe il miglior antidoto a una politica autoreferenziale ed elitaria che rischia di essere condizionata quando non asservita solo ai mass media e ai potenti amministratori delegati, perché è quello che vediamo accadere nelle altre forze politiche e sta accadendo nel Paese.

Ma questo confronto permanente è utile anche ai movimenti e corpi sociali che hanno bisogno continuamente di rigenerarsi, rinnovarsi e restare esperti sulle tematiche che affrontano evitando rischi di eccessive semplificazioni che possono diventare macigni enormi lungo la strada della lotta per il cambiamento.

Rigenerare la vittoria del referendum sull’acqua pubblica del 2011, che aveva respinto ogni tipo di logica del profitto sull’acqua considerato bene comune, significa ad esempio riportare in parlamento la questione delle tariffe dell’acqua. Ed è in queste ore che il M5s sta lavorando ad una indagine conoscitiva che parta dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati per riportare nella casa degli italiani la più grande trasparenza possibile sul sistema tariffario che non può nascondere nelle pieghe del sistema di calcolo extra profitti per le aziende.

Per questo aderisco, come esponente del M5s, pienamente alla carovana dell’acqua lanciata dal forum perché è dai territori che è iniziata la lunga marcia per il bene comune. E il forum lo segnala molto bene grazie al fronte di collaborazione tra movimenti locali sindaci, consiglieri comunali e parlamentari – come sta accadendo nell’ambito idrico vesuviano sarnese, reduce da una straordinaria vittoria in Consiglio di Stato contro gli aumenti delle tariffe riducendo del 30% i rincari del periodo 2012-2015 e con sentenza n. 5309/2021 annullando la delibera n. 104/2016 dell’Arera.

I laboratori vincenti per il bene comune si costruiscono dal basso come dimostra l’esperienza di ABC di Napoli con il ritorno della gestione pubblica e l’Azienda idrica dei Comuni Agrigentini – AICA, l’azienda speciale consortile dei Comuni della provincia di Agrigento di nuova costituzione, mentre nell’ente idrico campano la rete dei sindaci per l’acqua pubblica ha un solo voto in meno rispetto a chi difende il processo di privatizzazione.

Dai territori lavorerò per far nascere nuovi laboratori e nuove alleanze sui beni comuni che siano di esempio per l’intero Paese.