Politica

Non sopporto più il tifo. Né in politica, né in magistratura, né sui giornali

Il problema è sempre lo stesso. E ultimamente è sempre peggio.

La politica, la magistratura e il giornalismo negli ultimi anni stanno rendendo un pessimo servizio al Paese e al suo tessuto sociale. I tre poteri, spesso in pieno ed evidente conflitto d’interessi fra loro, hanno un minimo denominatore comune: il tifo. Il tifo, inteso come spasmodica ricerca di influenzare e orientare con il proprio potere l’opinione pubblica. Il tutto è sempre più evidente fino a diventare ormai regola talmente comune da non sorprendere più.

Siamo assuefatti e non si riesce più ad indignarsi per assurdi comportamenti che spesso si spingono con imbarazzante coincidenza fino a travalicare ogni limite deontologico e costituzionale. Il buon senso è sparito da tempo. Facciamo qualche esempio.

La politica con il populismo grillino e leghista ha visto esasperare i toni sino ad utilizzare un linguaggio violento e pericoloso contro i partiti e i singoli politici per ogni semplice avviso di garanzia. Abbiamo poi visto cosa è successo ai grillini: appena il problema giustizia ha toccato gli esponenti del Movimento 5Stelle, il giustizialismo spinto si è trasformato diventando a corrente alternata fino a far sparire ogni grido di onestà onestà. Ora i grillini sono alleati strutturali con quelli che denigravano tutti i giorni e riempivano di insulti.

E non è una novità che la ditta del Pd si sia un pochino grillizzata.

Poi ci sono i leghisti con la loro bestia social utilizzata per denigrare qualsiasi avversario.La notizia di questi giorni, le indagini dell’ormai ex spin doctor della Lega, Luca Morisi, ha per l’ennesima volta dimostrato la doppia morale dei populisti. Nel caso specifico, poi, Salvini si è scagliato contro l’informazione criticando la “schifezza mediatica” riservata al suo uomo.

Non c’è bisogno di sforzare la mente per ricordare come Salvini utilizzasse qualsiasi notizia di indagine per attaccare il nemico di turno. O di come strumentalizzasse proprio la droga andando in giro per le città a farsi riprendere mentre citofonava a presunti spacciatori per chiedere se spacciassero. Insomma, i social utilizzati come catalizzatori di ignoranza, populismo e inciviltà. Di vera politica nulla.

E veniamo alla magistratura.
Scandali continui. Un sistema che dopo le note vicende, vedi non solo quella di Palamara, andrebbe completamente rivisto e migliorato. Ma il problema più grande della magistratura è che spesso tende a mischiarsi pericolosamente con la politica. Abbiamo visto poi le fughe di notizie continue da alcune procure, mai si è scoperto o condannato il colpevole. Notizie che dovrebbe essere coperte dal segreto istruttorio che stranamente escono sempre e solo su alcuni giornali.

Insomma, un vortice pericoloso che ormai da troppo tempo stringe e soffoca la completa libertà dei cittadini di conoscere la realtà, scevra da condizionamenti subdoli e voluti. Quante indagini abbiamo visto morire dopo anni di gogna mediatica e di bullismo giudiziario: persone che hanno perso tutto anche per una semplice indagine utilizzata mediaticamente.

Tutti guardano, tutti sanno ma tutti hanno paura di intervenire. E se qualcuno osa dirlo sappiamo cosa succede. Ogni riferimento non è puramente casuale.

Su questi aspetti, poi, si innesta con maggiori responsabilità il “giornalismo”. Ormai le notizie vere e proprie le puoi trovare forse solo nelle sintetiche agenzia di stampa: nei quotidiani oramai, per la maggior parte, sai già che ogni notizia sarà data in maniera diversa in base all’orientamento politico del direttore.
E di esempi ne potremmo fare migliaia.

Quanto sarebbe bello avere giornali che riportano le notizie in maniera pulita e senza pregiudizio. Quanto sarebbe bello avere direttori di giornale che non facciano gli opinionisti sempre e solo contro un politico odiato. Quanto sarebbe bello avere dei professionisti che danno informazioni e non che invece continuino a voler delegittimare e denigrare il prossimo. Questo il vero dramma dell’Italia.

Ma un’Italia diversa è possibile
E bisogna dirlo, il governo Draghi questo dovrebbe insegnare. Ossia, alla fine si può governare nell’interesse di tutti i cittadini anche insieme con partiti diversi. L’obiettivo questo dovrebbe essere. Non invece utilizzare il potere per avvelenare i pozzi e creare odio contro il nemico di turno. Questa la grande sfida per il futuro. Riformare i poteri dello Stato senza paura.

C’è ancora chi rema contro e si vede tutti i giorni.
C’è ancora chi vorrebbe dividere per conservare la propria ragione d’essere. C’è ancora chi tifa contro la ripresa dell’Italia per avere argomenti con cui speculare. Ci sono persone disturbate che questo cercano. Ma per fortuna queste persone sono destinate ad essere vaccinate dalla forza della cultura e della scienza. Il futuro potrà sorprenderci positivamente.