Cronaca Nera

Laura Ziliani, otto giorni dopo la scomparsa in una mail anonima la denuncia: “Il mio vicino aveva sulle spalle una donna”

L'interrogatorio previsto oggi per le due indagate è durato meno di 40 minuti, la prima a lasciare il carcere è stata la pm Caty Bressanelli. Visti i tempi è probabile che abbiano deciso di non rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari.

Sono state complesse le indagini sulla morte di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù trovata cadavere e della cui morte sono accusati due figlie e il fidanzato di una di esse. Ma a otto giorni dalla scomparsa, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, all’indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica, fu recapitata una email in cui una persona anonima denunciava di aver assistito a una scena molto particolare, proprio la mattina dell’8 maggio scorso quando fu denunciata la sparizione della 55enne dalla due figlie ora indagate. Ebbene nella mail, riporta il quotidiano di via Solferino, si leggeva: “Il nostro vicino di casa … ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina”. Una soffiata o un atto di mitomania? Ventiquattro ore dopo chi aveva segnalato sosteneva di aver capito che si trattava della Ziliani. Il mittente ignoto inoltre aggiungeva di aver ricevuto denaro per il suo silenzio ma anche di essere disponibile a trattare. L’anonimo non è stato rintracciato, almeno fino a questo momento. Quindi impossibile valutarne la credibilità.

Paola e Silvia Zani, in cella a Verziano, e Mirto Milani, a Canton Mombello, sono accusati di omicidio volontario. Secondo gli inquirenti la vittima è stata stordita dai farmaci come ha stabilito l’esame tossicologico, ma non uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo. La morte sarebbe giunta per soffocamento con un cuscino mentre dormiva sotto effetto di ansiolitici. Quei farmaci ritenuti “potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa”.

Questa mattina erano in programma gli interrogatori dei tre indagati. Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia non hanno risposto alle domande del gip. La procura di Brescia valuta di interrogarli tra qualche giorno.