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Allarme zanzara giapponese in Italia: è più resistente della “tigre” e può trasmettere malattie mortali come la Dengue, la Chikungunya e la West Nile

Proprio per questo, secondo gli esperti, occorre adottare tutta una serie di accortezze per evitare che la zanzara giapponese possa continuare a diffondersi: ecco di cosa si tratta

È allarme zanzara giapponese in Italia. Il temuto insetto, più resistente e aggressivo della già nota zanzara “tigre” è stato avvistato nel Nord-Est, in particolare in Friuli. Si nutre di sangue umano, punge anche durante le ore diurne e può trasmettere malattie potenzialmente mortali come la Dengue, la Chikungunya e la West Nile ma anche “la cefalea giapponese”. Non solo, ha anche una forte capacità adattiva, motivo per cui la sua presenza è stata riscontrata sia negli ambienti urbani che in quelli boschivi.

Il timore degli esperti “è che dall’area orientale del Nord Italia si trasferisca nella parte occidentale”, come ha spiegato al quotidiano Repubblica la veterinaria Annapaola Rizzoli. “Si tratta della terza specie più invasiva al mondo tra le zanzare ed è nella top cento di tutte quelle più invasive”, ha detto l’esperta. E il successo della sua invasione è spiegato anche dal fatto che ha saputo dimostrare una significativa resistenza alle lunghe distanze e “alla capacità di svilupparsi in una serie di contenitori naturali e artificiali in cui ci sia ristagno d’acqua”. L’attenzione è tutta rivolta poi sul fatto che questo insetto possa portare malattie potenzialmente mortali: “Perché il virus venga trasmesso occorre infatti che ci siano l’insetto, il virus e lo stesso identico ambiente in cui questa trasmissione è possibile, tipicamente quello del Sudest asiatico”, ha aggiunto Fabrizio Montarsi, responsabile del laboratorio di parassitologia dell’Istituto zooprofilattico di Padova.

Proprio per questo, secondo gli esperti, occorre iniziare subito ad adottare tutta una serie di accortezze per evitare che la zanzara giapponese possa continuare a diffondersi. Tra queste, “non lasciare aperti i contenitori che possono colmarsi di acqua, non accatastare materiali, usare le reti antizanzare, vuotare e capovolgere gli annaffiatoi, mantenere pulite le aree in cui si vive”, ha continuato Annapaola Rizzoli. È quindi necessario predisporre poi un piano di monitoraggio della diffusione di questo insetto e l’avvio di una campagna massiccia di disinfestazione, prima che possa diffondersi in modo irrevocabile sul nostro territorio.