Tecnologia

Razer Barracuda X: ottime su PC e console grazie anche alle prestazioni del microfono, qualche dubbio su smartphone

Le nuove cuffie wireless di Razer si prestano all'utilizzo multidevice, sia per gioco che per lavoro, risultando compatibili sia con PC che con Nintendo Switch e Sony Play Station, senza dimenticare la possibilità di utilizzarle su smartphone Android che supportano l'audio via usb

Quest’estate Razer ha lanciato sul mercato le Barracuda X, un paio di cuffie da gaming wireless pensate per essere utilizzate su dispositivi diversi – PC, Switch, Playstation e smartphone Android-, senza la necessità di effettuare ogni volta procedure di accoppiamento, grazie ad un dongle USB-C che funge da ricevitore, necessario anche perché le cuffie utilizzano un protocollo a bassa latenza proprietario.

Come accennavamo qualche mese fa, appena ricevuto da Razer le cuffie per la nostra prova, il design delle Barracuda X è più semplice e pulito rispetto alle più celebri cuffie da gioco del produttore americano, ricordando più le linee delle Opus, modello “lifestyle”, vista anche l’intenzione di Razer di renderle un modello utilizzabile sia in casa, giocando con la propria console o PC, che per strada con il proprio smartphone. Nell’uso quotidiano le Barracuda X risultano abbastanza comode, grazie ad un’ottima imbottitura interna dell’archetto, ed ottimi cuscinetti in memory che, grazie al rivestimento in tessuto, non hanno comportato un eccessiva sudorazione nemmeno dei mesi più caldi.

Le abbiamo usate sia per giocare, su PC e Nintendo Switch, sia per chiamate, videocall ed ascolto musicale con smartphone (e PC), la qualità sonora è sempre stata di buon livello. Vero punto forte delle Barracuda X, a nostro parere, è il microfono a cardioide, in grado di offrire ai propri interlocutori una voce di ottima qualità e, soprattutto, ripulita da gran parte dei rumori circostanti; il microfono è removibile, cosa che torna sicuramente utile qualora si voglia usare le cuffie per ascoltare musica fuori casa, senza andare in giro con un’asta microfonica davanti il volto

Come anticipato in apertura la connessione tra le Barracuda X ed i nostri dispositivi avviene tramite un protocollo proprietario che offre un livello di comunicazione a due vie sicuramente superiore a quanto generalmente possibile usando il più celebre bluetooth, protocollo quest’ultimo in grado di offrire un’ottima qualità sonora ascoltando musica ma non altrettante quando viene usato anche il microfono; l’utilizzo di un protocollo proprietario però comporta la necessità di utilizzare la già citata chiavetta USB-C (disponibile nella confezione un adattatore ad USB-A), sicuramente non un grosso problema su PC o sulle console (Switch e PlayStation), ma a nostro parere un po’ scomoda in mobilità su smartphone Android. Un’ottima aggiunta è la disponibilità di un connettore per jack da 3,5mm che permette di ampliare la platea di dispositivi con cui è possibile utilizzare le cuffie di Razer, utilizzando il cavetto incluso nella confezione.

L’esperienza di Razer si dimostra anche con l’integrazione sulle cuffie di alcuni comandi molto semplici e rapidi da usare, come una rotellina per il volume, un pulsante di azione ed uno per mutare il microfono, quest’ultimo anche se posto sul retro è facilmente in grado di farci capire se il mic è acceso o spento inquanto una volta attivato rimane ritratto quasi a filo con l’esterno del padiglione. Buona la prova della batteria, in grado agevolmente di superare due giornate lavorative (ed iniziarne una terza) senza la necessità di ricarica.

In conclusione le Barracuda X di Razer sono un ottimo paio di cuffie wireless sia per l’uso prettamente da Gaming, grazie alla semplicità di collegamento anche con le console compatibili, sia per l’uso in ufficio per chiamate e videocall, grazie all’ottimo microfono ed ad una linea che non urla “PC GAMING MASTER RACE” in ogni dettaglio, il tutto ad un prezzo molto interessante per la categoria di prodotto (99€ sul sito ufficiale); sicuramente interessante la possibilità di usarle anche su smartphone, ma l’esperienza d’uso non è ideale: il dongle “allunga” il dispositivo, potendo non risultare comodissimo in tasca (o staccarsi estraendo quest’ultimo), al contempo se usate lo smartphone per giocare, con l’esclusione di modelli con la porta USB sul fianco, ve lo troverete a distanziarvi una mano dallo schermo.