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Afghanistan, il ritiro Usa sposta gli equilibri: così Biden rischia di spaccare il fronte anti-russo

Sono molti gli interrogativi su come il ritiro americano dall’Afghanistan influenzerà le dinamiche della politica globale. Mentre l’Afghanistan potrebbe non essere più un problema per gli Stati Uniti, almeno in modo diretto, la geografia suggerisce che sarà un’incognita per paesi come la Russia, compresi i suoi vecchi territori, la Cina e l’Iran. In questo contesto, è importante considerare se questi paesi accetteranno passivamente le conseguenze o saranno più proattivi per contenere l’influenza americana.

Gli stessi Stati Uniti stanno affrontando alcune difficoltà in seguito al ritiro dall’Afghanistan, ritiro che non è stato valutato positivamente dagli alleati storici, tra cui l’Unione europea e la Nato, che speravano nel ripristino di una certa stabilità per costruire la fiducia e la credibilità con l’avvicendamento alla Casa Bianca. In realtà, è probabile che la mossa statunitense rafforzi i paesi che adottano approcci unilaterali per garantire i propri interessi.

Sarà fondamentale osservare come l’Amministrazione Biden affronterà le sfide delle nuove rivalità nella regione. Per esempio, quando si tratta dell’Iran, è chiaro che le politiche americane non sono state particolarmente efficaci nel contenere l’influenza iraniana nella regione. La recente azione di inviare carburante al Libano può essere interpretata come una sfida agli Stati Uniti insieme alla tacita approvazione di attivare il gasdotto dall’Egitto al Libano.

L’influenza iraniana potrebbe non essere limitata al Libano. In Iraq, il primo ministro filo-americano Khadimi potrebbe trovarsi di fronte a seri rischi politici, potrebbe anche essere escluso dalle prossime elezioni. Inoltre, l’Iran potrebbe continuare a esercitare la sua influenza in Siria; a tale proposito sarà interessante osservare dove gli Stati Uniti impianteranno le nuove basi militari in Giordania, se ad esempio esse saranno vicine ai confini siriani e iracheni.

Sarà anche importante vedere come l’Amministrazione Biden potrà rafforzare la posizione del nuovo primo ministro israeliano Bennett. I recenti mutamenti sul tema della sicurezza regionale avranno probabilmente un impatto sul dibattito politico interno in Israele e potrebbero indirizzarsi contro il nuovo primo ministro israeliano; in particolare se gli Stati Uniti interverranno per contenere l’influenza iraniana in aree che Israele considera critiche. Se l’attuale regime israeliano cadrà, sarà considerato un altro fallimento della politica estera statunitense.

La politica di questa amministrazione americana e il ritiro affrettato dall’Afghanistan probabilmente scuoterà la fiducia in Joe Biden tra i paesi del Golfo, che forse cercheranno anche approcci individuali per garantire stabilità e sicurezza, potenzialmente attraverso la Russia e la Cina. Ciò significa semplicemente che invece di creare una solida alleanza per raggiungere un obiettivo dichiarato, questa amministrazione statunitense potrebbe riuscire a dividere il proprio blocco di alleati.

Il fallimento dell’Amministrazione Biden nel mantenere le promesse riguardo alla protezione della democrazia, della libertà e dei diritti umani non è l’unico percepito. L’approccio adottato in Afghanistan appare come un invito per tutti gli attori non statali ad adottarne uno potente e aggressivo per raggiungere il potere e modellare una situazione di fatto che durerà, in pratica lo stesso approccio utilizzato dai talebani.

La grande domanda ora è: chi sta veramente beneficiando dell’approccio di Biden? Molti non sono soddisfatti dei risultati, quindi se gli Stati Uniti intendono ricostruire un blocco di alleati per affrontare la Russia e la Cina dovrebbero prepararsi ad affrontare le conseguenze delle proprie politiche, poiché gli alleati tradizionali potrebbero condannare questa amministrazione in vari modi, dato che amici e nemici iniziano a condividere gli stessi interessi.