Diritti

“La violenza di genere diventi un eurocrimine”. Il Parlamento Ue ha chiesto con 427 voti a favore che la commissione presenti una legge

Dopo l'annuncio di Von der Leyen, oggi anche l'Eurocamera ha fatto un primo passo chiedendo alla commissione Ue di presentare una proposta di legge: "Il femminicidio è la forma più estrema di violenza, lo è anche negare l'aborto sicuro e legale". Sei Paesi membri non hanno mai sottoscritto la convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne

“La violenza di genere diventi un eurocrimine”. Dopo l’annuncio di Ursula von Der Leyen, anche il Parlamento europeo si muove nella stessa direzione perché vengano rafforzati gli strumenti legislativi per prevenire morti, violenze e discriminazioni. Ora la commissione è obbligata a rispondere se intende o meno dare seguito alla richiesta. “Il femminicidio è la forma più estrema di violenza di genere contro le donne e le ragazze”, si legge nell’atto approvato oggi con 427 voti a favore, 119 contrari e 140 astensioni.

L’obiettivo è appunto quello di adottare una legge e delle politiche mirate per affrontare tutte le forme di violenza e discriminazione basate sul genere, contro donne e ragazze, ma anche contro le persone Lgbtiq+, sia offline che online. Inoltre, gli eurodeputati sottolineano che “anche negare l’assistenza all’aborto sicuro e legale è una forma di violenza di genere”. Oltre ai molti effetti negativi personali, sociali ed economici della violenza di genere, gli eurodeputati fanno notare che la situazione si è esacerbata con la pandemia e che la mancata risposta sulla carenza di fiducia da parte delle vittime di violenza di genere nei confronti delle autorità di contrasto e del sistema giudiziario è un elemento che contribuisce in modo importante allo scarso numero di denunce. L’Eurocamera chiede alla Commissione di elencare la violenza di genere come una nuova sfera di criminalità ai sensi del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, insieme ad altri crimini che devono essere combattuti su base comune come il traffico di esseri umani, di droga e di armi, il crimine informatico e il terrorismo.

“Una donna europea su tre ha subito violenza fisica e/o sessuale, mentre tre donne su quattro hanno subito molestie sessuali sul luogo di lavoro”, ha commentato l’europarlamentare M5s Laura Ferrara. “Le Istituzioni europee sono dalla parte delle donne, ma anche delle persone LGBTIQ+, che subiscono discriminazioni e soprusi e faranno di tutto per difenderle. Il modello per tutti è la legge italiana del 2019 sul Codice Rosso, approvata grazie al Movimento 5 Stelle, che ha introdotto nel codice penale quattro nuovi reati e prevede una corsia preferenziale riservata alle denunce per violenza di genere. Adesso serve un cambio di approccio culturale anche nel resto d’Europa visto che ben sei Paesi membri – Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Lettonia e Slovacchia – non hanno ancora aderito alla Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”.

Secondo l’eurodeputata Pd Pina Picierno, relatrice ombra per i Socialisti e Democratici del testo, “inserire la violenza di genere in una competenza giuridica europea è importantissimo per molti motivi: si riconosce il carattere sovranazionale di questo crimine, si danno maggiori strumenti per combatterlo, si danno maggiori vincoli a quegli stati che nella tutela delle donne e nella lotta alle violenze sono ancora molto indietro, spesso a causa di classi dirigenti e governi reazionari”.