Cronaca

Cartabellotta: “Scuola? Più di un terzo studenti tra 12-19 anni non ha avuto prima dose. Tallone d’Achille sono over 50 non ancora vaccinati”

Riapertura delle scuole? L’unica vera novità rispetto all’anno scorso è che disponiamo dei vaccini, ma sono disponibili solo per la fascia 12-19 anni e a oggi in quella fascia c’è più di un terzo di studenti che non ha fatto neanche la prima dose“. Lo rivela ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che aggiunge un’amara riflessione: “Quello che più dispiace è che il nuovo anno scolastico riparte coi problemi di sempre: classi pollaio, mancati interventi di aerazione e di ventilazione, problemi di sovraffollamento nei mezzi di trasporto. In ogni caso, è fondamentale che, accanto alla copertura vaccinale, vengano messe in campo le altre strategie: distanziamento, mascherina e gli screening periodici per identificare eventuali focolai di infezione. E questi screening, purtroppo, sono disponibili solo in alcune scuole”.

Cartabellotta, con dati alla mano, ribadisce l’efficacia del vaccino: “Non si intravede il declino dell’efficacia del vaccino sugli elementi della malattia grave: per i decessi ci manteniamo intorno al 90%, per i ricoveri in terapia intensiva siamo a una protezione del 96%, per le ospedalizzazioni siamo al 94%. Quindi, l’efficacia del ciclo vaccinale completo sulle forme gravi di malattia rimane elevato. Sta diminuendo un po’ nei confronti della diagnosi: da circa il 90% a inizio estate siamo passati nell’ultima settimana al 78%, in particolare nelle fasce più giovani. Questo lo sapevamo già – spiega – il vaccino non copre completamente dall’infezione perché non è un vaccino sterilizzante, come quello del morbillo, della parotite, della rosolia, della varicella, vaccini che, una volta fatti, sterilizzano la persona e impediscono il contagio. Per questo motivo, i comportamenti individuali rappresentano un elemento fondamentale nella dinamica del contagio, cioè anche le persone vaccinate non devono calare l’attenzione. Quello che sta accadendo negli Usa dimostra che, quando i comportamenti diventano poco attenti alle misure di prevenzione, i contagi risalgono nonostante la copertura vaccinale elevata”.

Riguardo agli over 50 non ancora vaccinati, Cartabellotta osserva: “Il problema è che la quota si muove pochissimo, al massimo 15mila persone a settimana. Ricordo però che in questo ‘zoccolo duro’ non ci sono prevalentemente no vax, ma persone impaurite, spaventate e preoccupate, che decidono di rimandare la prima dose di vaccino. Va anche sottolineato che su tutto il territorio nazionale non è mai stato messo in campo in maniera omogenea un sistema di chiamata attiva, con comunicazioni individualizzate e con strategie di persuasione – conclude – Dalla prenotazione volontaria della vaccinazione siamo passati direttamente alla ‘spinta gentile’ del green pass e adesso si comincia a discutere dell’obbligo. Questi over 50 non vaccinati rappresentano il vero tallone d’Achille della campagna vaccinale per il prossimo autunno, perché sono le persone che rischiano maggiormente di intasare gli ospedali, e quindi di aumentare le percentuali di occupazioni ospedaliere, di rischiare di mandare la propria regione in zona gialla o arancione e soprattutto di sottrarre posti letto a pazienti che hanno altre patologie”.