Cronaca

Anziana ricoverata viene contagiata da un’infermiera non vaccinata e muore. Il figlio: “In ospedale doveva essere protetta”

La donna era una dei cinque pazienti ricoverati all’ospedale San Jacopo di Pistoia risultati positivi al Coronavirus a metà agosto. L'appello del figlio della vittima: "Basta dire che i vaccini non servono o che il virus non esiste, non fa nulla, non è un’opinione: è falso. Il vaccino non serve ed è pericoloso non è un’opinione: è falso”

Dopo il tampone negativo al coronavirus, era stata ricoverata in ospedale per una frattura al femore. Durante la sua permanenza, però, è risultata positiva al Covid-19 ed è morta. È la storia di Mirella Galdacci, una signora di 90 anni, che viveva nel comune di Serravalle Pistoiese ed era una dei cinque pazienti ricoverati all’ospedale San Jacopo di Pistoia risultati positivi al Coronavirus a metà agosto, quando scattarono i controlli dopo che un’infermiera non vaccinata del reparto aveva contratto il virus.

L’anziana è morta qualche giorno fa e il figlio Fabrizio ha affidato ai social e ai giornali il suo dolore. “Mia mamma – così l’uomo al quotidiano Il Tirreno – aveva subito un intervento per la frattura di un femore. Ci avevano avvertito che sarebbe stato un intervento a elevatissimo rischio, lei lo sapeva e aveva accettato. Ma l’intervento era stato superato, la mamma non ha avuto danni, il decorso era normale. Quello che ha aggravato fino all’estremo è stata la polmonite da Covid, come mi hanno detto i medici”.

Su Facebook il figlio racconta che “era stata contagiata proprio in ospedale, dove invece doveva essere protetta. La polmonite, anche se vaccinata, arriva; il suo organismo, il suo cuore di novantenne erano troppo sotto pressione”. L’uomo ha raccontato della telefonata del medico del reparto che quando chiama “di domenica non è mai buon segno”, della possibilità di farle visita. Un ultimo incontro che risale a domenica scorsa, quando per 15 minuti madre e figlio hanno potuto vedersi. Lei lo riconosce, trova il fiato per dire ‘ciao’, è ancora lucida. Ma sapeva – dice il figlio – “che il suo domani sul calendario non c’era”.

La sera il cuore della donna si ferma. Di qui l’appello del figlio affinché qualcosa cambi: “Invece di credere solo a qualche sconosciuto che tira fuori le teorie più strampalate, provate a credere anche a noi che ci siamo trovati nel mare in tempesta. Non è una malattia come le altre. Questa colpisce, lascia il segno, separa le persone nei loro ultimi giorni di vita. Basta dire che i vaccini non servono – continua l’uomo – E dire ‘il virus non esiste, non fa nulla’, non è un’opinione: è falso. ‘Il vaccino non serve ed è pericoloso’ non è un’opinione: è falso”.