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Pippo Baudo: “Ranieri di Monaco lo voleva a Montecarlo, io chiamai Pippione…”. Così il conduttore ‘salvò’ Sanremo

Intervistato da Libero, Baudo ha rivelato di aver sventato negli anni ‘80 il tentativo di portare la kermesse fuori dal confini nazionali, a quarantuno chilometri esatti dalla cittadina della Riviera ligure. "Un giorno Ranieri di Monaco mi telefonò e mi propose di spostare il Festival a Montecarlo. Declinai l’offerta e chiamai l'allora sindaco della cittadina marittima..."

Dal mitologico «l’ho inventato io» a «Sanremo l’ho salvato io» il passo è breve quando si parla di Pippo Baudo. Nel curriculum del conduttore ci sono tredici Festival condotti tra il 1968 e il 2008 ma tocca aggiungere anche un tassello che vale quanto una medaglia d’onore per gli appassionati di tv e musica: intervistato da Libero, Baudo ha rivelato di aver sventato negli anni ‘80 il tentativo di portare la kermesse fuori dal confini nazionali, a quarantuno chilometri esatti dalla cittadina della Riviera ligure. «Un giorno Ranieri di Monaco mi telefonò e mi propose di spostare il Festival a Montecarlo. Declinai l’offerta e feci aggiungere il genitivo Sanremo», ha rivelato nei giorni scorsi al quotidiano, tornando sul tentativo di “scippo” che aveva per la verità già raccontato lo scorso anno a Famiglia Cristiana con qualche dettaglio ancora più gustoso.

«Un giorno venne a trovarmi a Sanremo e mi proposte di trasferire la kermesse a Montecarlo. Gli risposi: “Se lo faccio mi ammazzano”. Poi chiamai l’allora sindaco della città, Leo Pippione, e gli dissi di chiamarlo “Festival della canzone italiana di Sanremo” così nessuno si sarebbe appropriato del format e ogni anno la Rai avrebbe versato un contributo economico al comune. Sanremo è il Festival, se lo fanno da un’altra parte non interessa a nessuno», osservò Baudo. E come dargli torto. Intanto, a 85 anni compiuti il 7 giugno scorso, la vita televisiva (e non) di Super Pippo continua anche oggi ad essere intrecciata a filo doppio a Sanremo ed essendo lui un’enciclopedia vivente del Festival a breve proporrà un nuovo programma dedicato proprio alla storia della kermesse musicale. «L’idea è quella di inserire la narrazione di un Festival nei fatti storici dell’anno in cui si svolse. Racconterà anche l’Italia, il Festival ha fatto parte della nostra storia», anticipa. E a proposito del tris di Amadeus all’Ariston nel 2022, gli dà la sua benedizione: «Mi piacciono i Festival di Amadeus, già due anni fa gli dissi di stare tranquillo. E poi la coppia con Fiorello funziona. Fiorello ci sarà nel 2022? Secondo me sì». Parola di Pippo.